Ferrari e Maserati nell'area comunale: il mistero spagnolo delle auto di lusso a Marano

Ferrari e Maserati nell'area comunale: il mistero spagnolo delle auto di lusso a Marano
di Ferdinando Bocchetti
Lunedì 30 Novembre 2020, 11:30
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Auto di lusso parcheggiate in una proprietà del Comune, scatta il sequestro. Si tinge di mistero il ritrovamento, avvenuto ieri in via Antica Consolare Campana, di una Ferrari, una Maserati e una Lamborghini a ridosso di una palazzina abusiva che il Comune di Marano ha acquisito al proprio patrimonio nel lontano 2007. Le tre autovetture erano parcheggiate, assieme ad alcune utilitarie nuove di zecca, proprio a due passi dalle case ancora parzialmente e illegalmente occupate da alcune famiglie.

Gli agenti della polizia municipale si erano recati sul posto per verificare se alcuni appartamenti (sono otto in totale) fossero stati rioccupati e se le famiglie, alle quali è già stato più volte intimato di andare via, stessero realmente procedendo in tal senso.

Quando sono arrivati in via Antica Consolare Campania, un'arteria che collega Marano ai comuni di Villaricca e Qualiano, si sono trovati di fronte ben cinque autovetture e tutte dotate di targhe spagnole. Grazie ai successivi accertamenti è stato appurato che le auto sono di proprietà di due società spagnole, entrambe con sede a Valencia, la cui amministratrice è una donna italiana emigrata in Spagna. La donna, rintracciata dalla polizia municipale, non è riuscita però a produrre i documenti attestanti la proprietà di tre (Ferrari, Maserati Ghibli e Lamborghini Huraca) delle cinque auto che sono state così sequestrate. La donna è una 30enne napoletana ed è stata denunciata per invasione di terreni e strutture di proprietà pubblica. 

Sul posto, allertati dai vigili urbani, sono intervenuti anche i carabinieri della locale compagnia e gli uomini della Guardia Finanza di Giugliano. Spetterà a loro eseguire gli accertamenti di rito sulle due società spagnole e sulle loro attività. Le indagini proseguiranno e gli atti saranno inviati anche alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il sospetto è che le tre auto di lusso, del valore di diverse centinaia di migliaia di euro, siano di fatto nelle disponibilità di personaggi contigui alle organizzazioni malavitose del territorio o comunque di soggetti dediti ad attività illecite. 

In quel punto di via Antica Consolare Campana, in parte fortemente segnato dal cemento selvaggio, ci sono diverse aree incolte ma anche fabbricati abusivi dove risiedono alcune famiglie ritenute vicine agli ambienti della criminalità organizzata. Non lontano dal luogo in cui sono state ritrovate Ferrari, Lamborghini e Maserati si sarebbe nascosto - durante uno dei suoi lunghi periodi latitanza - anche il super boss Giuseppe Polverino, alias o Barone, poi stanato a Jerez de la Frontera, in Spagna, nel marzo del 2012. La palazzina e la pertinente area acquisita dal Comune di Marano, a ridosso delle quali sono state ritrovate e sequestrate le autovetture, furono realizzate dalla famiglia Di Maro. È una famiglia con molte ramificazioni e tra le più note della città. Era un Di Maro il noto palazzinaro che costruì gran parte di via Del Mare, meglio nota come Città Giardino, ed è un Di Maro anche un noto pregiudicato affiliato ai clan Polverino e Orlando, finito qualche anno fa nel mirino della Procura assieme a un carabiniere (arrestato) in servizio nell'allora tenenza di via Nuvoletta.

L'immobile di via Antica Consolare Campana è uno dei tanti esempi di beni non ancora utilizzati per le finalità sociali contemplate nella destinazione d'uso. Per molto tempo, nonostante l'avvenuta acquisizione al patrimonio del municipio, gli occupanti hanno continuato a versare il canone di affitto ai vecchi proprietari. A chi, in pratica, non ne aveva più diritto. Le procedure per lo sgombero degli appartamenti ancora occupati sono state avviate e interrotte varie volte. L'iter è ripreso soltanto negli ultimi tempi e ora sarebbe in dirittura d'arrivo: due famiglie dovrebbero lasciare a breve gli immobili; un'altra, invece, avrebbe ottenuto un po' di tempo in più poiché nel nucleo sarebbe presente anche una persona affetta da disabilità.

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