Avellino, lavoratori Asidep pronti a denunciare il manager Pisano

Situazione drammatica per i dipendentiin esubero

Avellino, lavoratori Asidep pronti a denunciare il manager Pisano
Avellino, lavoratori Asidep pronti a denunciare il manager Pisano
di Alessandro Calabrese
Mercoledì 15 Maggio 2024, 09:06
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«Dipendenti Asidep pronti a denunciare il presidente dell'Asi, Pasquale Pisano, di fronte all'ormai imminente passaggio di consegne della depurazione industriale da una gestione pubblica ad una privata con l'affidamento alla Geko spa». Lo fa sapere la Fismic che sta valutando le varie azioni legali possibili, sulla scorta di un precedente preciso: il caso della Mgr. Il vecchio consorzio dei servizi interprovinciale, operante da dopo il terremoto del 1980 su Avellino, Salerno e Potenza, per la sola sezione dell'Irpinia, la provincia più colpita dalla catastrofe, alcuni anni più tardi stava per essere privatizzato, con l'assorbimento del Csi. Ma per evitare che lo scioglimento si riflettesse in un passaggio di cantiere nel Centro Servizi alle Imprese, 40 lavoratori denunciarono i fatti alla magistratura. Contestando l'imposizione che li avrebbe privati di alcune garanzie legate alla natura pubblica della loro occupazione.

«Il Tribunale - spiega il segretario della Fismic, Giuseppe Zaolino - all'epoca gli diede ragione e, quindi, la via giudiziaria è tutt'altro che lontana». Nel frattempo, lo stesso Zaolino e le rappresentanze sindacali unitarie di Asidep ieri mattina sono stati ricevuti dal giudice Pasquale Russolillo, delegato al fallimento del precedente braccio operativo della depurazione di Asi, il Cgs.

Alla domanda su chi dovrà riprendere i dipendenti della partecipata in liquidazione, il magistrato ha spiegato che non ci sono alternative allo stesso Cgs. Società dal cui fitto del ramo d'azienda è sorta l'attività dell'Asidep ma che essendo fallita porterà al licenziamento del personale.

Russolillo, però, ha anche informato i suoi interlocutori di aver inviato una nuova e aggiornata informativa in Prefettura, auspicando la convocazione di un tavolo anche con la Geko per stabilire un piano per l'assorbimento degli esuberi, oltre ai 18 che la spa dovrà prendere in forze. Servirebbe uno sforzo da parte di tutti. Ma il clima non è dei migliori. D'altra parte, restano chiusi i cancelli della sede Asi di Pianodardine. Anche per i dipendenti del Consorzio dell'Area di Sviluppo Industriale.

«L'ammorbidimento» richiesto dal presidente Pasquale Pisano e raccomandato dalla Digos della Questura di Avellino nei confronti dell'accesso al personale degli uffici situati al primo piano della struttura non c'è stato. E così gli impiegati dell'ente consortile, dopo la verbalizzazione dei motivi del mancato accesso, sono andati via per non esasperare il clima di tensione. Del resto, la polizia ha le mani legate. Può forzare il blocco solo di fronte ad una denuncia di parte. Ma lo stesso vertice di Pianodardine non vuole portare la vertenza sullo scontro penale e, quindi, prova a cercare altre vie di mediazione. In mano, però, per trattare, ha ben poco.

Con gli atti di pignoramento presso terzi effettuati dai fornitori di Asidep che praticamente bloccano i conti e la scarsa liquidità in cassa è impossibile fare fronte al pagamento delle 5 mensilità arretrate che spettano ai 53 lavoratori della partecipata della depurazione. L'unica strada potrebbe essere quella di venire incontro alle richieste di maggiori garanzie sulla tutela dei livelli occupazionali, assicurando l'assorbimento diretto di eventuali esuberi.
In attesa che l'impasse si possa sbloccare in qualche modo, gli uffici Asi da una settimana non producono atti, non effettuano affidamenti e pubblicano delibere. Rinviando così giorno per giorno le scadenze dei documenti da preparare e delle azioni di adempiere. In questa lista di atti accumulati, peraltro, c'è anche la definitiva aggiudicazione del servizio di depurazione industriale alla Geko spa. Dopo i riscontri avuti e i controlli effettuati, infatti, gli ultimi adempimenti non sono stati possibili per via del presidio che ha congelato il lavoro dei dipendenti del Consorzio.

D'altra parte, è il prezzo da pagare, e da mettere in preventivo, per la mobilitazione che vede 53 addetti, tutti abbondantemente oltre la cinquantina, non riuscire più a mettere il piatto a tavola o a pagare utenze e bollette. Una situazione drammatica che senza una soluzione a stretto giro potrebbe anche sfuggire di mano.

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