Una strategia unica e mirata, da Nord a Sud, per creare caos e tensione. Su questo indaga la Digos di Roma dopo che tra i ragazzi che erano alla testa del corteo che venerdì mattina ha improvvisamente deviato dal percorso autorizzato tentando di raggiungere l’Auditorium della Conciliazione dove si stavano svolgendo gli Stati generali della natalità, sono stati riconosciuti alcuni militanti del centro sociale torinese Askatasuna, alcuni dei quali già protagonisti degli scontri di piazza dell’ottobre scorso quando nel capoluogo piemontese arrivò la premier Giorgia Meloni. Con loro, sempre venerdì a Roma, vi sarebbero stati altri esponenti dei centri sociali del Nordest, ritenuti dagli investigatori «professionisti del disordine», e provenienti dal “Pedro”, di Padova.
GLI INFILTRATI
E non sarebbe nemmeno un caso che ieri pomeriggio, proprio nel capoluogo piemontese in occasione del Salone del libro, alcuni attivisti che avevano partecipato alla manifestazione pro Palestina «tutti gli occhi su Rafah» abbiano aperto con la forza i cancelli di sbarramento per provare a entrare. Anche in questa circostanza la polizia è stata costretta a entrare in azione respingendoli con gli scudi e i manganelli.
Venerdì a Roma dopo avere lasciato la facoltà di Scienze politiche della Sapienza occupata la sera precedente, i collettivi liceali, come Aracne, universitari come Zaum, e realtà transfemministe provenienti da tutta Italia si erano radunate in piazzale degli Eroi.
Cariche, manganellate e lancio di oggetti: tra i trecento che erano nella massa del corteo, gli agenti della Digos hanno riconosciuto nelle primissime file almeno cinque esponenti in trasferta da Askatasuna.
IL RICONOSCIMENTO
Non lo hanno fatto subito ma riguardando le immagini girate dalla Polizia Scientifica ieri soprattutto dopo che da Torino i colleghi di reparto, guardando le riprese degli scontri alla tv, si sono resi conto che vi erano facce a loro ben note. Di qui la successiva identificazione. Nelle prossime ore nei loro confronti potrebbe essere spiccata l’ennesima denuncia per reati contro l’ordine pubblico. Così come per gli esponenti del “Pedro”, il primo centro sociale del Nordest, nato sulle orme del Leoncavallo di Milano, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti.
Dal Piemonte e dal Veneto, erano arrivati per dare man forte alla rete degli studenti romani. Ma sarebbero stati proprio loro, stando alle immagini visionate dai poliziotti, a guidare la folla nelle fasi in cui i manifestanti hanno tentato di deviare rispetto all’itinerario concordato con le autorità.
Ieri pomeriggio, invece, gli attivisti pro Gaza torinesi hanno provato a irrompere al Salone del libro, da loro definito «una m.. sionista», hanno poi preso a calci le transenne intorno all'entrata principale, annunciando l’arrivo di Zerocalcare tra loro a manifestare.