Mar Rosso, il governo rassicura le imprese: «La sicurezza dei mercantili è la priorità»

Nell’agroalimentare sono a rischio sei miliardi di export. Urso: attacchi houti in diminuzione, ma l’allerta resta alta

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante il tavolo sulle conseguenze della crisi nel Mar Rosso per l’economia italiana, presso la Farnesina, Roma, 13 maggio 2024. ANSA/VINCENZO LIVIERI
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante il tavolo sulle conseguenze della crisi nel Mar Rosso per l’economia italiana, presso la Farnesina, Roma, 13 maggio 2024. ANSA/VINCENZO LIVIERI
di Giusy Franzese
Martedì 14 Maggio 2024, 05:30 - Ultimo agg. 12:30
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L’emergenza Mar Rosso resta, anche se negli ultimi tempi gli attacchi degli Houti alle navi che transitano nel canale di Suez sono diminuiti. «Ad aprile c'è stata una leggera inversione di tendenza: per la prima volta c'è stata una diminuzione sia degli attacchi, che interessano l'1% delle navi transitate, che delle navi colpite, ridotte allo 0,1% di quelle in transito. Vi è anche una leggera ripresa dello 0,2% del traffico via Suez» ha riferito il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, presiedendo alla Farnesina, insieme al vicepremier Antonio Tajani, la prima riunione del «Tavolo sulle conseguenze della crisi nel Mar Rosso per l'economia italiana».

La missione militare Aspides che difende le navi in transito nell’area, evidentemente sta avendo i suoi effetti.

Ma l’allerta è tutt’altro che alle spalle. Finora, secondo i dati dell'Autorità del Canale di Suez, sono state ben 3.395 le navi (di tutti i Paesi) che, per timore degli attacchi degli Houti, hanno deciso di circumnavigare l’Africa allungando il percorso di quasi il 50%, con conseguente lievitazione abnorme dei costi. Secondo i dati del Centro Studi Divulga, da dicembre 2023 a gennaio 2024 le quotazioni del trasporto dal Mediterraneo alla Cina sono cresciute del 659%.

EXPORT A RISCHIO
«A soffrire di più in Europa la crisi del Medio Oriente sono le piccole e medie imprese italiane. La loro quota di export manifatturiero diretto nei Paesi extra Ue è pari al 32,7% del totale europeo, con un valore addirittura doppio rispetto alle omologhe imprese tedesche. Il mercato import ed export via mare vale per l’Italia 254 miliardi di euro. La situazione e difficile per l’intera catena logistica» spiega il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo. Agroalimentare, arredamento, macchinari, moda, sono i settori del commercio estero italiano più colpiti. «Sotto scacco», denunciano ad esempio i rappresentanti diiliera Italia «ci sono sei miliardi export» dei prodotti agroalimentari.

Il governo - assicurano Tajani e Urso - è al lavoro per scongiurare il rischio che le conseguenze della crisi divengano strutturali e per salvaguardare la centralità del nostro Paese nelle rotte logistiche globali, confermando il nostro ruolo di piattaforma logistica dell’Europa al centro del Mediterraneo. «Faremo di tutto per tutelare il sistema marittimo italiano e il nostro sistema produttivo dalle conseguenze di questa crisi» promette il vicepremier ministro degli Esteri, ricordando che l’Italia si è «attivata da subito per il lancio dell’operazione europea Aspides, che sta svolgendo una fondamentale funzione volta a ristabilire la sicurezza e la libertà della navigazione nell’area». E così il ministro delle Imprese del Made in Italy: «La sicurezza economica è sempre più l'asset su cui dovrà muoversi la nostra Italia e la nostra Europa, in un contesto globale in cui insistono vari fattori di rischio come conseguenza del conflitto nel Medio Oriente».

Prima dell’attuale crisi nel Mar Rosso, i flussi commerciali dell’Italia attraverso il Canale di Suez erano pari a circa 148 miliardi di euro, ovvero il 42,7% del commercio estero via mare del Paese e l’11,9% del totale del nostro commercio estero.

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