«Gli sparo in testa». Per questa minaccia rivolta al giudice del tribunale di Avellino, Paolo Cassano, il 24enne Kevin De Vito è stato condannato a otto mesi di reclusione, pena sospesa. Condanna emessa dal gip del tribunale di Roma all'esito del giudizio abbreviato con il quale i difensori di fiducia del giovane avellinese Rolando Iorio e Gerardo Santamaria hanno optato di definire il giudizio.
A De Vito è stata concessa la riduzione di pena per la scelta del rito abbreviato e le attenuanti generiche. Le minacce sono state rivolte da Kevin De Vito mentre era detenuto nel carcere di Bellizzi Irpino il 27 gennaio del 2022 dove recentemente vi ha fatto ritorno, dopo un breve periodo di detenzione domiciliare a seguito dell'appello cautelare proposto dal pubblico ministero di Avellino.
Minacce proferite in presenza dei militari dell'arma che in cella gli stavano notificando una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del gup Paolo Cassano. In quella sede Kevin De Vito disse anche «io a sto giudice l'accir proprio, c'aggia sparà a capa». Kevin De Vito per questa vicenda nel gennaio del 2023 - ha reso interrogatorio precisando «di non aver mai voluto minacciare un giudice, ma le sue parole erano dettate da un momento di nervosismo». Inoltre ha chiesto scusa più volte per le parole proferite.
Dalle indagini sull'estorsione alla coppia di tossicodipendenti emerso delle foto di armi sul cellulare di Kevin De Vito che fecero scattare ulteriori accertamenti da parte dei carabinieri del comando provinciale dei carabinieri di Avellino sfociati successivamente in una seconda ordinanza notificato all'indagato De Vito nel carcere di Bellizzi Irpino. Quando i carabinieri di Avellino gli notificarono una nuova ordinanza di misura cautelare, con un'accusa di detenzione di armi e falso nei registri di un'armeria di Pratola Serra, il detenuto iniziò ad inveire, contro il giudice Cassano, firmatario del provvedimento. Le minacce furono subito riportate in una relazione di servizio. La comunicazione della notizia di reato fu subito trasmessa alla Procura di Roma competente per i reati che vedono come persone offese i magistrati del distretto di Napoli, ed il sostituto procuratore Francesco Dall'Olio aprì tempestivamente un fascicolo d'inchiesta. Nel corso dell'udienza preliminare svoltasi presso il tribunale capitolo il giudice Paolo Cassano, affiancato dal suo avvocato Paolo Abate si è costituito parte civile.
Kevin De Vito per la vicenda delle armi e per l'estorsione alla coppia di tossicodipendenti di Rione Ferrovia è stato condannato in primo grado. Ad emettere la sentenza il giudice per l'udienza preliminare, Marcello Rotondi che ha condannato il 24enne a 4 anni e 9 mesi. Stando alla versione dei due coniugi che nell'ottobre scorso presentarono la denuncia contro i loro aguzzini le minacce sono andate avanti per oltre mese. In alcune occasioni i due coniugi sarebbero stati minacciati con un'arma e perfino con del materiale esplosivo lanciato nel giardino della loro abitazione.