Toti, Spinelli interrogato: «Ho detto tutto, tutto...». Dai vaccini Covid alle mascherine e la sanità privata: i nuovi filoni dell'inchiesta

Toti, Spinelli interrogato: «Ho detto tutto, tutto...». Dai vaccini Covid alle mascherine e la sanità privata: i nuovi filoni dell'inchiesta
Lunedì 13 Maggio 2024, 10:56 - Ultimo agg. 14 Maggio, 07:05
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L'inchiesta sulla corruzione in Liguria avviata dalla procura di Genova e dalla dda tocca anche la sanità. Si tratta di due filoni, uno relativo ai vaccini Covid e uno che riguarda invece presunti finanziamenti illeciti a Toti da parte di imprenditori della sanità privata. Gli investigatori hanno anche scoperto una maxi frode da un milione e 200 mila euro sulle forniture di mascherine durante il Covid. 

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Per quanto riguarda il reato ipotizzato di falso, il governatore Giovanni Toti e il suo ormai ex capo di gabinetto Matteo Cozzani, entrambi ai domiciliari, sono indagati per i dati Covid: secondo una delle ipotesi della procura i numeri sarebbero stati gonfiati per ottenere più vaccini dalla struttura commissariale.

Le intercettazioni

Tra le intercettazioni avviate dagli investigatori una in particolarte riguarda l'argomento. Le "cimici" installate nell'ufficio di Cozzani - già sotto indagine per presunta corruzione elettorale - registrano una conversazione. Cozzani sta parlando della difficoltà di ottenere i vaccini: «Il problema qual è stato… che io avevo già truccato, lui li ha presi, cosa è accaduto li ha riaumentati», dice il capo di gabinetto. Quel «lui» è il presidente Toti: «Quando me li ha rimandati gli ho scritto 'ma c... pres, ma sono fuori' e lui ha detto 'ma li ho un po' aumentati' e io 'ma l'avevo già fatto io', e lui 'cazzo dimmelo che l'hai già fatto te, aspetta un secondo'.. vabbè».

I presunti finanziamenti

Secondo filone d'inchiesta invece è decisamente più complesso, e ricalca quello principale.

Gli inquirenti stanno infatti indagando sui finanziamenti che imprenditori del mondo della sanità avrebbero elargito ai comitati elettorali di Toti. Manovre del tutto consuete e legittime, ma il sospetto è che in cambio di questi finanziamenti siano arrivati contratti e convenzioni.

Il focus è sui finanziamenti alla Fondazione Change superiori ai 40 mila euro effettuati secondo gli inquirenti da alcune realtà attive nel settore sanitario convenzionato e privato. Come Casa della Salute, un network di poliambulatori specialistici controllati dal gruppo Italmobiliare della famiglia Pesenti che in Liguria ha conosciuto un vero e proprio boom. Nato nel 2013, conta oggi 29 strutture che impiegano 900 addetti, fra cui 450 medici. È presente a Bordighera, Ventimiglia, Sanremo, Albenga, Savona, Cairo Montenotte. E ha preso a contribuire con il Comitato di Toti. Il quale ha ricambiato presentando un loro evento nella Sala della Trasparenza della Regione, nel corso del quale sono intervenuti sia lui sia il sindaco di Genova Bucci.

Fra i finanziatori anche l'Iclas di Rapallo del gruppo Gvm, Hc hospital e On health care. All'attenzione dei pm di Genova ci sono tre-quattro finanziatori, che si aggiungono alle 20 società operanti in altri settori entrate nei radar dell'indagine per tangenti.

L'interrogatorio di Spinelli: «Ho detto tutto»

E' iniziato in mattinata in tribunale a Genova l'interrogatorio di garanzia di Roberto Spinelli, figlio di Aldo Spinelli, indagati nell'ambito dell'inchiesta ligure. Aldo Spinelli, che si era presentato davanti al gip Paola Faggioni sabato scorso (interrogatorio di garanzia saltato per un errore della cancelleria che non ha inviato la convocazione via pec agli avvocati dell'imprenditore) verrà interrogato stamani.

«Ho detto tutto, tutto...». Così Aldo Spinelli al termine dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Paola Faggioni conferma di aver risposto alle domande degli inquirenti. 

«Fate i bravi mi raccomando, tranquilli», dice ancora l'imprenditore ai domiciliari con l'accusa di corruzione nell'inchiesta che ha segnato un terremoto nella politica ligure, replica così ai numerosi giornalisti presenti a Genova per l'interrogatorio di garanzia. Nelle immagini realizzate dalle tv, a chi gli chiede se è preoccupato l'imprenditore della logistica replica: «No, assolutamente no» e si augura che la misura cautelare duri poco: «Penso di meritarmela (la libertà, ndr)».

Le mascherine

Indagando sul voto di scambio tra la comunità riesina e quella calabrese e la lista del presidente Giovanni Toti, gli investigatori hanno anche scoperto una maxi frode da un milione e 200 mila euro sulle forniture sanitarie durante il Covid. In particolare le mascherine, introvabili in piena pandemia e preziose come l'oro nella fase due per scuole e luoghi pubblici. E' quanto emerge dalle carte depositate nell'ambito dell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione.

«Sono state svolte indagini - scrivono i militari della guardia di finanza nelle informative - nei confronti di un'associazione per delinquere, promossa e capeggiata da Yuri Fergemberger ed Edoardo Boldrini e composta da vari associati e sodali, che, sfruttando l'emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del Covid-19, ha realizzato plurime condotte di illecita commercializzazione di prodotti sanitari, in sfregio anche ad elementari norme di tutela della salute e nell'esclusiva prospettiva di massimizzare i propri illeciti guadagni». Punto di riferimento per diventare fornitori delle scuole e dunque della Regione doveva essere Domenico Cianci, amministratore di decine di condomini a Rapallo e re delle preferenze alle regionali del 2020. Nelle intercettazioni si sentono due persone, non indagate, che spiegano: «Cianci ok? (...) e con Cianci se si arrivasse a Toti, per le mascherine, visto che abbiamo anche le mascherine da bimbo, adesso... sarebbe... sarebbe un bel colpo, eh?", «perché ora le stanno cercando da fare paura». E l'altro interlocutore: «ma per le scuole, dici?". E dall'altro lato la conferma: «perché li si parla di milioni di pezzi... visto che lui vuole una mano... una mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso...».

L'interrogatorio di Cozzani

E' durato poco meno di mezz'ora l'interrogatorio di garanzia di Matteo Cozzani, ex sindaco di Porto Venere e capo di gabinetto di Giovanni Toti, arrestato con l'accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti nell'ambito dell'inchiesta che ha scosso la Regione Liguria. Cozzani ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee di fronte al gip Mario De Bellis. Si è presentato poco prima delle 9 presso il Palazzo di giustizia della Spezia accompagnato dall'avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, entrando nell'aula udienze numero 12.

«E' sereno e tranquillo di poter chiarire tutti gli addebiti, che contesta, pur vivendo una situazione non semplice. Al momento non è ancora in grado di rispondere nel merito - ha detto ai cronisti l'avvocato Gastaldo uscendo dal palazzo di giustizia -. Ha fatto presente che le esigenze cautelari, dal nostro punto di vista, non sussistono perché non ricopre da anni la carica di sindaco di Porto Venere e anche perché, in ragione del clamore mediatico della vicenda, non ricoprirà più il ruolo di capo di gabinetto». Poco prima il fratello di Matteo Cozzani, l'imprenditore Filippo Cozzani, si era a sua volta presentato davanti ai giudici insieme al suo avvocato Luca Bicci.

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