È slittato di altri sessanta giorni – fino al prossimo 11 giugno – il termine a disposizione della Turris per depositare presso il Tribunale di Torre Annunziata la documentazione necessaria per essere ammessa al beneficio della ristrutturazione del debito.
La domanda – depositata con ricorso dal club corallino – risale allo scorso febbraio: il termine inizialmente concesso dal Tribunale aveva scadenza al 12 aprile ed ora, su domanda della Turris, è stato prorogato – come confermato dall’ufficio stampa corallino – di ulteriori sessanta giorni. Altri due mesi che serviranno per il deposito di proposta, piano ed accordi di ristrutturazione coi singoli creditori.
L’utilità di un accordo di ristrutturazione (per debiti che nel caso della Turris «oscillano fra il milione ed il milione e mezzo di euro, e sono maturati per la quasi totalità nei confronti dell’Erario», così a suo tempo il presidente Colantonio), sta anzitutto nella possibilità di cristallizzare ed alleggerire l’esposizione debitoria («Si tratta di uno strumento a disposizione delle società per far fronte a fisiologiche situazioni di insolvenza, cui peraltro si ricollegano ulteriori effetti benefici in termini di alleggerimento, chiarezza e pianificazione di debiti e scadenze»: si espresse in questi termini il presidente corallino all’indomani della presentazione dell’istanza, allo scopo di chiarire la posizione del club e di sedare le voci allarmistiche che avevano preso a circolare in città).
La nuova scadenza – 11 giugno, appunto – va a collocarsi successivamente alla nuova scadenza (4 giugno) fissata per l’iscrizione al prossimo campionato di serie C (la Turris resta intanto coinvolta nella corsa salvezza, rinvigorita dal prezioso blitz di Latina ed attesa ora dalle ultime due cruciali sfide contro Monterosi e Brindisi).
La proroga, preziosa in termini di tempo per l’accesso al beneficio della ristrutturazione del debito, rischia però di non “incastrarsi” con i tempi di un’eventuale trattativa per la cessione del club preventiva all’iscrizione, nel senso che un ipotetico acquirente (ad oggi nessuna manifestazione di interesse è però sfociata in trattativa) non avrebbe la possibilità di «fotografare con certezza e chiarezza assolute la portata dell’esposizione debitoria della società.