«Mai al governo con Renzi, no all'alleanza col Pd dopo il voto»

«Mai al governo con Renzi, no all'alleanza col Pd dopo il voto»
 Presidente Silvio Berlusconi, D’Alema in un’intervista al Fatto quotidiano si chiede: com’è possibile che, nonostante il centrodestra in tutti i...

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 Presidente Silvio Berlusconi, D’Alema in un’intervista al Fatto quotidiano si chiede: com’è possibile che, nonostante il centrodestra in tutti i sondaggi ha la maggioranza, Berlusconi vuole una legge elettorale proporzionale? E si risponde anche: Berlusconi spinge per il proporzionale perché è già pronto un patto con Renzi per la prossima legislatura. La stessa impressione l’hanno anche, e non senza distinguo, alcuni esponenti del centrodestra. È un cattivo pensiero?



«Evidentemente Massimo D’Alema attribuisce anche agli altri il suo modo di intendere la politica: un puro calcolo di potere e di convenienze. Io invece penso che un sistema elettorale, che desse la maggioranza in Parlamento a uno schieramento che ha il voto di un terzo degli elettori, sarebbe sbagliato in ogni caso, anche se facesse vincere noi. Aggiungo che un terzo degli italiani significa, al netto di quelli che non votano, appena un quinto. Io voglio vincere le elezioni, e le ho vinte spesso in passato, portando Forza Italia e il centrodestra a Palazzo Chigi non grazie a una legge elettorale distorsiva, ma in forza di una legge che assegni il governo alla maggioranza vera degli italiani».

Ma non la turba, da un punto di vista personale, di essere nato politicamente 25 anni fa per archiviare la deriva proporzionalista della prima Repubblica e di chiudere la sua carriera politica per resuscitarla?

«Il mio impegno politico non è affatto una carriera, ma un doveroso e faticoso dovere civile, che sento forte ora come nel ’94, e che finirà quando l’Italia avrà attuato quella rivoluzione liberale e incruenta, ma radicale, che la sottrarrà all’oppressione fiscale, all’oppressione burocratica e all’oppressione giudiziaria che incombono su di noi, massacrando la nostra democrazia e la nostra libertà. Per arrivare a questo risultato ci vorrà comunque del tempo, oltre che il consenso degli italiani. Quel consenso oggi è frammentato in tre poli, per l’avvento dei Cinquestelle. Ciò significa prendere atto che non siamo più in un sistema bipolare. Quanto alla legge elettorale proporzionale, voglio ricordare che questa in paesi come Germania e Spagna ha reso comunque possibile un assetto storicamente bipolare. Per me l’essenziale è consentire agli italiani, dopo quattro governi consecutivi non scelti da loro, di decidere finalmente da chi vogliono essere rappresentati e governati».

Ma come si governerà il Paese con un Parlamento frazionato in tre-quattro forze politiche maggiori? Oppure quale schema diverso immagina dall’esito del voto?

«Io sono fortissimamente impegnato per vincere le elezioni, riportando Forza Italia sopra il 30 per cento e il centrodestra unito a essere una maggioranza vera nel Paese».

Tutti vogliono vincere, presidente Berlusconi. Cosicché dirlo è solo un modo per eludere la domanda. Ma se dopo il voto l’unica maggioranza in grado di garantire la governabilità fosse quella delle larghe intese, direbbe anche lei, a parti invertite, quello che oggi dice Renzi? E cioè, che un governo con lui è inimmaginabile?

«Sì, per una volta sono d’accordo con lui: non immagino nulla del genere. Non c’è nessuna probabilità di un governo Berlusconi-Renzi. Non ritengo possibile e neppure desiderabile una collaborazione con lui e con il Partito Democratico. Né ora, né tantomeno dopo le elezioni. Il mio obbiettivo è vincere, lo ripeto ancora una volta, non fare accordi al di fuori del centrodestra».




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