A16, arriva il Tutor contro le stragi sull'autostrada della morte in Campania

A16, arriva il Tutor contro le stragi sull'autostrada della morte in Campania
di Barbara Ciarcia
Sabato 13 Giugno 2015, 21:37 - Ultimo agg. 21:38
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La tecnologia contro l'alta velocità e le fatalità. La prevenzione contro le avversità stradali. Per spezzare una catena sinistra di circostanze, registrate sullo stesso tratto autostradale della Napoli-Bari, arriverà il sistema Tutor.

Se ne parlava da tempo: quel progetto però è rimasto congelato e adesso, in seguito agli ultimi tragici incidenti avvenuti tra Monteforte e Baiano, ultimo quello che due giorni fa ha causato la morte di un 67enne di Pietrastornina, è ritornato di stretta attualità. I tecnici della società Autostrade per l'Italia hanno effettuato anche i sopralluoghi di rito nel punto individuato, dove sarà installato il sofisticato apparecchio che rileva la velocità in base ai tempi di percorrenza del veicolo ripreso dalle telecamere piazzate sulla barra elevata del Tutor. Da settembre, con molta probabilità, il sistema sarà operativo. È di 80 Km/h il limite di velocità media consentita che scongiurerà di conseguenza le contravvenzioni previste.



Martedì prossimo in Prefettura si terrà un tavolo tecnico con i responsabili della A16 e gli operatori stradali addetti alla sicurezza del tracciato che unisce Tirreno e Adriatico. La spinta purtroppo è stata data dalle recenti sciagure avvenute lungo un percorso rettilineo ma insidioso, che invita a pigiare l'acceleratore e a dimenticare i limiti imposti dal codice della strada, anche se si viaggia in autostrada. Le regole appunto non cambiano, cambia invece il sistema di prevenzione adottato per abbattere quel maledetto tasso di mortalità registrato negli ultimi due anni sulla Napoli-Bari nel tratto circoscritto che va da Monteforte a Baiano.

Una «Spoon River» d'asfalto, quel tratto, concentrata in una manciata di chilometri. Un incubo per i pendolari che conoscono i pericoli stradali, e una rogna per i responsabili della sicurezza di un selciato assurto troppe volte in poco tempo agli onori della cronaca nazionale. Le pressioni maggiori per l'installazione del Tutor sono arrivate dalla Polstrada e dal compartimento regionale diretto da Giuseppe Salomone di concerto con la società Autostrade per l'Italia che gestisce il percorso più alto del Paese, realizzato mezzo secolo fa per velocizzare i collegamenti tra Napoli e Bari e nato con il nome di A17, poi per scaramanzia ribattezzato A16.

In merito è intervenuto il segretario Uil, Luigi Simeone: «Il tratto incriminato è ancora una volta quello compreso tra Avellino Ovest e Baiano, ovvero sulla discesa che inizia dopo il tunnel di Monteforte e va fino a Tufino, con la causa comune a tutti gli incidenti riconducibile probabilmente alla velocità acquisita dai veicoli. La tratta autostradale è l'unica ricompresa nel sesto Tronco di società Autostrade che non è provvista di sistemi automatici di controllo della velocità, che non possono essere ridotti alle due postazioni fisse di autovelox. Ad una affannosa ricerca delle responsabilità è sempre preferibile una coerente attività di prevenzione che accanto a intense campagne di sensibilizzazione deve vedere una politica seria di investimenti per dotare anche la A16 di ogni strumento utile ad elevarne i livelli di sicurezza».



Pertanto martedì ci sarà l'incontro per definire i tempi e le modalità tecniche del caso alla presenza del prefetto Carlo Sessa, e per concertare l'avvio dei lavori che saranno abbastanza rapidi e contingentati. La sicurezza di chi viaggia e usufruisce della rete autostradale viene prima di tutto: è l'imperativo categorico di chi opera quotidianamente sulle strade e sa i rischi che si corrono. Chi poi scambia le arterie per circuiti di formula uno mette a repentaglio anche l'incolumità di altri utenti. Il Tutor a oggi si sta rivelando un ottimo deterrente per abbattere la mortalità su strada e indurre gli automobilisti a un comportamento più responsabile e rispettoso delle norme vigenti e dei limiti di velocità. D'altronde, sempre più spesso è proprio la spavalderia al volante, unita alle distrazioni tecnologiche, la causa principale di schianti fatali. Così dove fallisce l'occhio umano arriva in soccorso quello tecnologico che, forse, incute pure più timore.

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