Strage sulla Napoli-Bari: morti quattro operai. Uno è gravissimo al Cardarelli. Ecco i nomi delle vittime

Strage sulla Napoli-Bari: morti quattro operai. Uno è gravissimo al Cardarelli. Ecco i nomi delle vittime
di Bianca Bianco
Martedì 26 Maggio 2015, 08:52 - Ultimo agg. 27 Maggio, 10:55
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Baiano. Ancora sangue sull’autostrada A16. Ancora morti sulla strada in cui meno di due anni fa si consumò la tragedia di Acqualonga. Una maledizione che si ripete condannando questa tratta tra Monteforte e Baiano alla tristissima fama di cimitero d’asfalto, su cui stavolta sono state piantate quattro croci. Sono quelle degli operai del Napoletano che ieri pomeriggio, per cause che dovranno essere chiarite, si sono schiantati a bordo di un pullmino da 8 posti della Volkswagen contro la cuspide di svincolo, quella solitamente protetta dall’assorbitore d’urto giallo, proprio all’imbocco dell’uscita per Baiano.

Ecco i nomi delle vittime: Giovanni Ruggiero del '71 di San Felice a Cancello, Pasquale D'Amore del '61 di Acerra e Antonio D'Auria del '71di Napoli e il fratello Carmine D'Auria del '66. L'accertamento dell'identità è stato svolto nella notte dai funzionari della questura di Avellino che hanno coordinato le operazioni.

I feriti sono ricoverati i diversi ospedali.

Il più grave è al Cardarelli. All'ospedale di Nola uno è in prognosi riservata (l'autista dl mezzo) e uno è meno grave. Infine al Moscati di Avellino è ricoverato un operaio romeno che era a bordo del minibus.

Erano muratori di ritorno da una giornata di lavoro a Grottaminarda: Giovanni Ruggiero del 1971 di San Felice a Cancello; Pasquale d’Amore del 1961 di Acerra; Antonio D’Auria del 1966 di Melito. La quarta vittima, almeno fino a tarda notte, non era ancora stata identificata. Nessuna traccia di frenata, nessun altro veicolo coinvolto: il minivan ha seguito a tutta velocità una breve direttrice che non ha lasciato scampo. Ha travolto l’assorbitore d’urto e poi una barriera di sicurezza finendo infine, dopo una carambola devastante, in una scarpata in lievissima pendenza che ha risucchiato il mezzo. Dopo l'urto ha continuato la corsa per oltre 70 metri. Una dinamica che lascia supporre che il pullmino procedesse a velocità sostenuta e che, ma questa ipotesi è da verificare come quella del possibile colpo di sonno del conducente, chi era alla guida abbia deciso all’ultimo momento di lasciare l’autostrada per imboccare lo svincolo.

Il bilancio immediato dell’incidente parla di strage: quattro degli occupanti sono morti sul colpo. I loro corpi, orrendamente mutilati, sono rimasti per alcune ore incastrati tra le lamiere contorte dell’auto. Un quinto lotta tra la vita e la morte all’ospedale Cardarelli di Napoli. Altri due feriti gravi sono ricoverati negli ospedali di Avellino e Nola. Per il lavoratore trasferito nel nosocomio partenopeo si è reso necessario il trasporto in eliambulanza. All’incidente hanno assistito decine di automobilisti che hanno contattato la polizia stradale intervenuta poi sul posto insieme ai vigili del fuoco di Avellino; sul luogo dell’incidente inizialmente anche i carabinieri della Compagnia di Baiano ed una pattuglia della Polstrada di Nola inviata a «supporto». L’immagine della monovolume accartocciata ha richiamato alla mente dei soccorritori quella, indelebile, della tragedia di Acqualonga in cui a morire furono quaranta gitanti di Pozzuoli di ritorno da Pietrelcina. Scene strazianti di sangue e corpi mutilati per i soccorritori, alcuni dei quali erano in servizio anche nella lunghissima notte della strage del viadotto. I vigili del fuoco hanno dovuto sventrare la macchina per riuscire a tirare fuori i corpi senza vita dei quattro operai mentre una eliambulanza atterrava nei pressi dell’A16 per recuperare uno dei feriti.

Intorno, mentre si compivano le operazioni di recupero e si tentava una disperata rianimazione per chi presentava traumi più lievi, solo il silenzio. Quando i feriti sono stati trasferiti in ospedale, sul prato macchiato di rosso della scarpata sono rimasti quattro corpi straziati. Un’immagine che prende allo stomaco e ai ricordi. Troppo vicino il dramma di Acqualonga per non potervi ripensare. E maledire ancora questa strada. Le indagini sono state immediatamente aperte.

Si dovrà innanzitutto accertare la natura del rapporto di lavoro che avevano gli operai. La Cgil di Avellino ha annunciato di volersi costituire parte civile.