Tragedia di Acqualonga, la Procura
di Avellino sta per chiudere l'inchiesta

Tragedia di Acqualonga, la Procura di Avellino sta per chiudere l'inchiesta
di Gian Pietro Fiore
Domenica 27 Luglio 2014, 21:36 - Ultimo agg. 28 Luglio, 08:01
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AVELLINO - A un anno esatto dalla strage del bus in cui persero la vita quaranta persone, sono due le novità: l’imminente chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Avellino, con la relativa richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati, e la pronuncia del Giudice per le indagini preliminari che in queste ore dovrà decidere sulla scarcerazione di Gennaro Lametta, proprietario del pullman della morte arrestato agli inizi di luglio per falso in atto pubblico, omicidio plurimo colposo e disastro colposo.



È stata, infatti, presentata una nuova richiesta di revoca della misura di custodia cautelare in base a degli elementi che secondo l’avvocato Sergio Pisani, difensore del Lametta, costituiscono le basi per la liberazione del suo assistito.



Recentemente Gennaro Lametta ha chiuso definitivamente l’agenzia di viaggi «Mondo Travel», ha cancellato la partita Iva, ha consegnato la licenza con cui esercitava la professione, ha rottamato l’ultimo autobus che gli rimaneva e si è dimesso dalla carica di presidente provinciale di Napoli della «Ferdernoleggio».

Queste iniziative promosse dal Lametta, secondo la difesa, farebbero venire meno le esigenze cautelari.

«La custodia di Gennaro Lametta – dichiara l’avvocato Sergio Pisani - alla luce dei fatti sopravvenuti e quindi la consegna delle licenze, la rottamazione dell’ultimo autobus che gli rimaneva e la cancellazione della partita Iva, appare del tutto inutile e pregiudica il lavoro della difesa proprio nel momento in cui sarebbero state utili una serie di indagini difensive che vengono gravemente compromesse dallo stato cautelare dell’indagato».

Sono fiducioso - aggiunge Pisani - e mi aspetto la scarcerazione dell’assistito, anche perché nella richiesta di scarcerazione abbiamo allegato una serie di perizie che dimostrano come anche la revisione del mezzo sia alquanto relativa rispetto ai danni che lo stesso bus ha riportato poco prima dell’incidente».

Secondo la difesa dell’imputato, quindi, il danno all'autobus si sarebbe verificato a prescindere dalla revisione.

Intanto si aspetta la chiusura delle indagini che nei prossimi giorni potrebbe giungere della Procura della Repubblica di Avellino.

I consulenti, incaricati dal procuratore Cantelmo, hanno bene illustrato nelle 650 pagine della perizia consegnati agli inquirenti una serie di elementi tecnici che fanno emergere inquietanti responsabilità.

Su queste responsabilità fa leva la difesa di Gennaro Lametta: «Ci chiediamo – afferma l’avvocato Pisani - se le barriere erano state correttamente omologate, se avevano superato, secondo la vigente normativa, tutte le prove tecniche anche in ordine ai crash test. L'autobus per il danno meccanico riportato ha causato solo una serie di collisioni con altri veicoli e feriti. Se le barriere avessero svolto la loro funzione non ci sarebbero state vittime».

Oggi, intanto, a Pozzuoli le 40 vittime della strage verranno commemorate alle 19 con una messa di suffragio che sarà officiata nella cattedrale di San Procolo Martire al Rione Terra. Il vescovo della diocesi di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, officerà la messa alla presenza tra gli altri, dei superstiti, dei familiari delle vittime e del sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia. Alla commemorazione presenzierà anche il sindaco di Monteforte.AVELLINO - A un anno esatto dalla strage del bus in cui persero la vita quaranta persone, sono due le novità:l’imminente chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Avellino, con la relativa richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati, e la pronuncia del Giudice per le indagini preliminari che in queste ore dovrà decidere sulla scarcerazione di Gennaro Lametta, proprietario del pullman della morte arrestato agli inizi di luglio per falso in atto pubblico, omicidio plurimo colposo e disastro colposo.

È stata, infatti, presentata una nuova richiesta di revoca della misura di custodia cautelare in base a degli elementi che secondo l’avvocato Sergio Pisani, difensore del Lametta, costituiscono le basi per la liberazione del suo assistito.

Recentemente Gennaro Lametta ha chiuso definitivamente l’agenzia di viaggi «Mondo Travel», ha cancellato la partita Iva, ha consegnato la licenza con cui esercitava la professione, ha rottamato l’ultimo autobus che gli rimaneva e si è dimesso dalla carica di presidente provinciale di Napoli della «Ferdernoleggio».

Queste iniziative promosse dal Lametta, secondo la difesa, farebbero venire meno le esigenze cautelari.

«La custodia di Gennaro Lametta – dichiara l’avvocato Sergio Pisani - alla luce dei fatti sopravvenuti e quindi la consegna delle licenze, la rottamazione dell’ultimo autobus che gli rimaneva e la cancellazione della partita Iva, appare del tutto inutile e pregiudica il lavoro della difesa proprio nel momento in cui sarebbero state utili una serie di indagini difensive che vengono gravemente compromesse dallo stato cautelare dell’indagato».

Sono fiducioso - aggiunge Pisani - e mi aspetto la scarcerazione dell’assistito, anche perché nella richiesta di scarcerazione abbiamo allegato una serie di perizie che dimostrano come anche la revisione del mezzo sia alquanto relativa rispetto ai danni che lo stesso bus ha riportato poco prima dell’incidente».

Secondo la difesa dell’imputato, quindi, il danno all'autobus si sarebbe verificato a prescindere dalla revisione.

Intanto si aspetta la chiusura delle indagini che nei prossimi giorni potrebbe giungere della Procura della Repubblica di Avellino.

I consulenti, incaricati dal procuratore Cantelmo, hanno bene illustrato nelle 650 pagine della perizia consegnati agli inquirenti una serie di elementi tecnici che fanno emergere inquietanti responsabilità.

Su queste responsabilità fa leva la difesa di Gennaro Lametta: «Ci chiediamo – afferma l’avvocato Pisani - se le barriere erano state correttamente omologate, se avevano superato, secondo la vigente normativa, tutte le prove tecniche anche in ordine ai crash test. L'autobus per il danno meccanico riportato ha causato solo una serie di collisioni con altri veicoli e feriti. Se le barriere avessero svolto la loro funzione non ci sarebbero state vittime».

Oggi, intanto, a Pozzuoli le 40 vittime della strage verranno commemorate alle 19 con una messa di suffragio che sarà officiata nella cattedrale di San Procolo Martire al Rione Terra. Il vescovo della diocesi di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, officerà la messa alla presenza tra gli altri, dei superstiti, dei familiari delle vittime e del sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia. Alla commemorazione presenzierà anche il sindaco di Monteforte.
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