Scommesse e slot: business da 336 milioni annui nel Sannio

Scommesse e slot: business da 336 milioni annui nel Sannio
di Domenico Zampelli
Lunedì 2 Febbraio 2015, 00:11 - Ultimo agg. 08:44
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Benevento. Scadono oggi i termini per la sanatoria dei centri scommesse non autorizzati. Uno slittamento dovuto al fatto che la giornata del 31 gennaio è caduta di sabato. Chi vorrà aderire, dovrà versare 10mila euro, come indicato nella legge di stabilità. C’è curiosità per capire quante saranno le domande di sanatoria in provincia.



A Benevento, infatti, si gioca tanto d’azzardo lecito, in una sorta di scommessa con il destino che vede come posta in palio la speranza di un futuro migliore. La recente ricerca pubblicata dall’Università lombarda «Carlo Cattaneo» che fa il punto sulla geografia del gioco d’azzardo legale in Italia pone il Sannio al 36esimo posto in Italia nella speciale classifica delle sedi attive in questo particolare settore. Sono ottantotto le attività censite e autorizzate in provincia di Benevento in cui è possibile sfidare la fortuna, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.



Un trend che per il 2014 ha fatto segnare un incremento, rispetto all’anno precedente, del 2,3%, significativo ma comunque di dimensioni più contenute rispetto all’impressionante 35% di Caserta, al 32% di Avellino (dove comunque vi sono meno punti scommesse di Benevento) al 23% di Salerno, al 16% di Napoli.



Per quanto riguarda la dislocazione delle attività, 30 si trovano nel capoluogo, mentre per la provincia il paese dove ci sono più agenzie è Montesarchio (che raggiunge quota sei), seguito da Telese Terme (cinque), San Giorgio del Sannio (quattro), Faicchio e Guardia Sanframondi (tre), Airola, Amorosi, Apice, Cerreto Sannita, Ceppaloni, Colle Sannita, Morcone, Paduli, Pietrelcina e Sant’Agata dei Goti (due), Buonalbergo, Campolattaro, Campoli Monte Taburno, Casalduni, Cusano Mutri, Durazzano, Foglianise, Fragneto Monforte, Frasso Telesino, Limatola, Paolisi, Paupisi, Pesco Sannita, Ponte, San Lorenzo Maggiore, San Marco dei Cavoti e San Salvatore (ciascuno con un solo esercizio). Poco meno della metà dei paesi della provincia.



Nella gran parte dei casi si tratta di «punti di gioco», dove l’attività ha carattere accessorio differenziandosi dalle agenzie sale dove invece il gioco ha carattere principale.

Nello studio la provincia di Benevento viene presentata in rosso acceso – come del resto l’intera regione - nella speciale cartina in cui vengono indicate le zone dove si spende di più parametrando la spesa complessiva al reddito imponibile Irpef.



Ogni cittadino sannita spende in media poco più di 1.100 euro per il gioco d’azzardo nel corso dell’anno, per un totale di 336 milioni di euro che pone Benevento al 66esimo posto su base nazionale, comunque ultima in Campania ma in ogni caso, attesa la situazione economica, l’anomalia è chiara. Della serie: poiché da queste parti si guadagna poco, si dovrebbe giocare meno. O forse è il segno di quanto sia alta la soglia della povertà, per cui il gioco diventa una fonte di speranza, che secondo i dati della Caritas diocesana qui attanaglia più che in altre parti d’Italia anche le donne.





Discorso diverso riguarda le slot machine, che possono essere liberamente distribuite da società autorizzate, in proporzione alla metratura del locale e con l’obbligo di collegamento alla rete per i dovuti controlli. Qui il censimento diventa pressoché impossibile ma la diffusione è ormai capillare, così come una volta era per il flipper.
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