Bevevento. Scavi per la rete fognaria, operaio muore schiacciato in un cunicolo

Nel riquadro la vittima
Nel riquadro la vittima
di Enzo Napolitano
Martedì 1 Settembre 2015, 10:16 - Ultimo agg. 10:17
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Ennesima tragedia sul lavoro. Questa volta è avvenuta ad Arpaia, dove, ieri mattina, in via Giosuè Carducci alla periferia del paese, erano in corso i lavori per l’ampliamento della rete fognaria comunale. Intorno alle 9.30 un operaio, Pietro Presti di 51 anni, originario della provincia di Messina ma da numerosi anni residente con la famiglia ad Apollosa, è rimasto schiacciato dalla frana del terreno nel fosso, profondo circa un paio di metri, dove stava operando, fosso, a quanto sembra, precedentemente lavorato da una escavatrice.

Immediato l’intervento operato dai compagni di lavoro, richiamati dalle prime grida dell’uomo, che, nonostante la mole di terriccio che era franato su di lui, era riuscito a tenere fuori la testa.

Una morsa fatale per una tragedia che si è consumata in pochi attimi, sotto gli occhi esterrefatti degli altri operai. Nemmeno il tempestivo arrivo dei vigili del fuoco in servizio nell vicino distaccamento di Bonea, né quello di due ambulanze del servizio di pronta emergenza sanitaria del 118 sono, riusciti a salvargli la vita.

Una volta estratto il corpo, infatti, inutili sono stati i ripetuti tentativi per rianimarlo: lo sfortunato operaio era già deceduto per cause che saranno accertate dall’esame autoptico, ma versosimilmente per lo schiacciamento della gabbia toracica.

Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri della locale stazione di Arpaia coadiuvati dai militari comando radiomobile della Compagnia di Montesarchio e il sostituto procuratore, Assunta Tillo, accompagnata dal medico legale, Vincenzo Migliorelli, che hanno autorizzato il trasferimento della salma all’obitorio dell’ospedale civile Gaetano Rummo. Sul luogo dell’incidente anche i funzionari dell’Ispettorato provinciale del lavoro.

Il magistrato potrebbe decidere di far effettuare l’autopsia già nella giornata di oggi. Durante il primo sopralluogo, gli inquirenti hanno già sentito il direttore tecnico dell’impresa, il geometra Annibale Pancione, mentre potrebbero essere ascoltati, a breve, anche il responsabile del servizio prevenzione e protezione e il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione dell’opera, per verificare l’applicazione delle norme di sicurezza sul cantiere e le eventuali loro relazioni con la sciagura. Il cantiere, per il momento, è stato sequestrato in attesa degli sviluppi investigativi.

Pietro Presti, nato in Sicilia, si era trasferito da più di 20 anni ad Apollosa, e precisamente alla località Tufara lungo il tracciato della vecchia statale Appia, dove viveva con la moglie Marisa Izzo, originaria di Ceppaloni, e uno dei due figli, una bimba, di 12 anni; l’altro, ventenne, ha un impiego a Milano.

Di Pietro i colleghi ricordano la generosità e il suo istinto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno: «Era il primo a farsi avanti – racconta uno di loro ancora stravolto dall’accaduto – e quando c’era da dare una mano, non si tirava mai indietro. È davvero assurdo morire in questo modo, da un momento all’altro, solo per portare a casa da mangiare».

Ad Arpaia, l’uomo stava lavorando per l’azienda «Appalti Generali Srl» che ha la sede sociale nel comune di San Martino Valle Caudina che si è aggiudicata, appunto, la gara per i lavori di potenziamento e completamento della rete fognaria, sul lato ad ovest della statale Appia Napoli-Benevento.
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