​Vivono in stazione, il Comune si mobilita

​Vivono in stazione, il Comune si mobilita
di Giulio Sferragatta
Mercoledì 19 Novembre 2014, 15:04 - Ultimo agg. 16:29
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Capua. La drammatica vicenda umana che coinvolge due sfortunati coniugi di Capua che, insieme alla figlia, sono costretti a vivere all'interno della stazione ferroviaria, trovando riparo - di notte - in un'auto, generosamente messa a disposizione da un amico di famiglia, sembra aver alimentato in città un gran polverone di polemiche. Si punta il dito contro quanti, oggi, detengono abusivamente un immobile di proprietà comunale o privata, senza averne alcun titolo.



«Non vogliamo sfondare porte e finestre di quelle poche abitazioni che, finora, non risultano essere state occupate, così come illegittimamente hanno fatto altri, sopraffatti dalla sfiducia e dalla disperazione», ha riferito Domenico Merola, 48 anni, che con la moglie Palma Errico, 46 anni, e la figlia Immacolata, ventenne, combattono una quotidiana battaglia per la propria sopravvivenza. «Sono affetto da distrofia miotonica, mentre mia moglie ha problemi di natura cardiaca e diabetica», ha aggiunto il quarantottenne che, disoccupato e visibilmente depresso, si è ormai arreso al fatto che, in tutto il territorio di Capua, non ci sono spazi abitativi di proprietà comunale liberi, molti dei quali detenuti abusivamente.



Sfrattati nel mese di aprile dalla propria abitazione, per alcuni canoni che i due congiunti - entrambi disoccupati e affetti da patologie invalidanti - non sono riusciti a corrispondere al proprietario di casa, Domenico, Palma ed Immacolata sono stati costretti a ripiegare - non volendo accedere abusivamente in qualche altra abitazione - sull'unica dimora di fortuna disponibile: la stazione ferroviaria. Di certo, di fronte alla richiesta dei coniugi, l'amministrazione comunale non è rimasta a guardare, sollecitata - tra l'altro - dalla Prefettura di Caserta.



Individuato, nel mese di giugno, dal Settore Ambiente e Territorio del Comune di Capua, un alloggio all'interno del Chiostro dell'Annunziata, l'unità abitativa - alla presenza dell'assistente sociale - è purtroppo risultata inadeguata, per l'assenza dei servizi igienici e per l'eccessivo stato di degrado in cui versava. «Ci siamo subito adoperati per una soluzione alternativa - ha riferito il sindaco della città Carmine Antropoli - invitando tutti gli uffici municipali preposti ad adottare e ad avviare le legittime procedure di tutela, previste a favore delle persone e dei nuclei familiari in stato di bisogno».



Purtroppo, altri immobili di proprietà comunale non sono oggi liberi, perchè - in parte - occupati abusivamente. «Il Comune di Capua - ha evidenziato il responsabile del Settore Amministrativo del Comune di Capua Giuseppe Turriziani - si è anche impegnato, con l'intermediazione degli assistenti sociali, a trovare appartamenti privati all'interno dei quali i coniugi Merola avrebbero trovato una sistemazione, anche attraverso la previsione, in determinazione, di un P.T.R.I.», ovvero un progetto terapeutico riabilitativo individualizzato, da realizzare di concerto con l'Asl. Su base progettuale, sarebbe infatti corrisposta alla coppia una somma fino a milleduecento euro, alla sottoscrizione del contratto di locazione, e duecento euro «a seguito di presentazione di quietanza di pagamento del canone del mese in corso». Purtroppo, i due coniugi, sfrattati e disoccupati, non offrono alcuna garanzia di ulteriore solvibilità e i proprietari delle abitazioni, scettici, hanno difficoltà a fidarsi.