La condanna è arrivata al termine di un processo stralcio del procedimento noto come il «Principe e la scheda ballerina» che vede imputato l'ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino per reimpiego di capitali illeciti con l'aggravante mafiosa in relazione alla costruzione di un centro commerciale, peraltro mai edificato.
Il collegio, presieduto da Orazio Rossi, ha accolto l' impostazione del pm che in sede di requisitoria aveva affermato che «la nuova norma sul voto di scambio introdotta nell'aprile 2014 non introduce alcuna fattispecie nuova rispetto alla condotta punita dal vecchio testo dell'articolo 416ter, anzi inasprisce la risposta penale; tra le due norme c'è continuità normativa e l'imputato può essere condannato per lo stesso reato».
Il legale di Cirillo, Elena Schiavone, ne aveva invece chiesto «l'assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato».
Secondo l'accusa Cirillo si accordò nel 2007 con l'allora candidato sindaco dell'Udeur Sebastiano Ferraro - già condannato nell'ambito dello stesso procedimento in sede di rito abbreviato - per una somma di oltre 15 mila euro in cambio dell'appoggio elettorale. Nell'accordo sarebbe rientrato anche il concerto di un cantante neo-melodico che si tenne in effetti dopo le elezioni.