Muore Carolina, l'ultimo cigno della Reggia di Caserta

Muore Carolina, l'ultimo cigno della Reggia di Caserta
di Lidia Luberto
Domenica 26 Luglio 2015, 21:59 - Ultimo agg. 27 Luglio, 16:12
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CASERTA - L’ultimo cigno che viveva nella Reggia di Caserta è stato trovato morto ieri mattina nella Peschiera dove era stato riportato solo qualche giorno fa. Così il cigno Carolina non è sopravvissuta a lungo al suo compagno Ferdinando (come erano stati denominati i due splendidi esemplari). Due mesi fa entrambi i volatili avevano subito l’attacco di un gruppo di gabbiani riportando gravi ferite. Ferdinando non è più riuscito a riprendersi ed è deceduto poco dopo, Carolina, invece, trasferita nel Giardino inglese, si è ristabilita grazie alla cure dei veterinari e del personale della Reggia. Perfettamente guarito, il cigno era stato rimesso nella Peschiera. Niente faceva presagire un destino tragico anche per Carolina che, chissà non ce l’ha fatta a sopportare la solitudine, e che non mostra segni di violenza, aggressioni o soffocamento. Ma per conoscere le cause del decesso si dovrà aspettare qualche giorno. «Il corpo di Carolina, preso in consegna dal servizio veterinario dell’Asl, è stato trasferito a Napoli dove verrà sottoposto ad esame autoptico. Solo dopo potremo definire i motivi della morte», spiega Leonardo Ancona, il funzionario responsabile del Parco della Reggia, che aveva voluto fortemente la presenza dei due cigni nella Peschiera per ripristinare un’antica tradizione. Comunque, qualunque sia il risultato dell’accertamento, quel corpo abbandonato nello specchio d’acqua al centro del parco mette una grande tristezza. Perché anche se non c’è un rapporto di causa ed effetto fra il decesso del cigno e il degrado del parco, come avverte Ancona che ricorda la presenza nella stessa peschiera di un germano e di un’oca canadese, non si può non riconoscere che quella immagine interpreta, più di tante parole e di inascoltate denunce, la lunga agonia a cui sembra condannata la Reggia. «Siamo impotenti: senza finanziamenti non possiamo fare altro», aggiunge Ancona. Abbiamo ripreso ad innaffiare i prati, ma riusciremo a farlo per qualche settimana se non arriveranno i fondi. Poi dovremmo intervenire al più presto sulle fontane aggredite dai muschi e sulle vasche invase dalle alghe».

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