Dopo i tuffi aumentano i controlli, ma la Reggia resta un colabrodo

Dopo i tuffi aumentano i controlli, ma la Reggia resta un colabrodo
di Claudio Coluzzi
Sabato 29 Agosto 2015, 23:32 - Ultimo agg. 30 Agosto, 08:18
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CASERTA - Alla Reggia di Caserta un minimo di rigore in più si coglie solo agli ingressi. I custodi, evidentemente sensibilizzati dopo l’ultimo «scandalo» dei tuffi dal «Torrione», sono più rigidi nel disciplinare gli accessi. Dal varco di Corso Giannone, dove in genere transitano i fruitori locali del parco con abbonamenti, ora chiedono a tutti il tesserino. All’ingresso ci sono «solo» due abusivi. Ma le guide «taroccate» sono nelle mani di diversi turisti, il che dimostra che anche ieri mattina sono riusciti a vendere. Certo i controlli disposti dalla prefettura e dalla questura nei mesi scorsi hanno eliminato il bazar di abusivi che stazionava nei Campetti antistanti Palazzo Reale. Ma è una lotta impari senza un piano di sorveglianza e controllo duraturo e articolato.

E tutto, proprio tutto, viene fatto senza programmazione. Ieri mattina era già spuntato davanti alla Reggia un palco enorme che ospiterà il concerto di Gigi D’Alessio, previsto per domenica 6. Proprio la prima domenica del mese, giorno di apertura gratuita dei monumenti. Così con le centinaia di persone che verranno per il concerto e le migliaia che approfitteranno dell’ingresso gratis, il caos è assicurato. Nel frattempo il palco ostruisce i viali e, senza un percorso guidato, i turisti sono costretti a giraci intorno tra gli operai e i mezzi meccanici al lavoro.

Intanto, oltre ai Campetti, i vigili urbani combattono la quotidiana battaglia contro i parcheggiatori abusivi che «intercettano» i visitatori in arrivo e li fanno parcheggiare in divieto di sosta e accesso. Ed ancora, sul web, in particolar modo sui social, si scatena il dibattito sul degrado e sul futuro del complesso vanvitelliano. Antonio Ciontoli, già consigliere comunale e assessore al Comune di Caserta, non usa mezzi termini in ordine agli ultime eventi. «Non va chiusa la Reggia, nè tantomeno il Torrione, va posta invece, una volta e per sempre, sotto inchiesta questa Soprintendenza colpevole di contemplare il mondo mentre esso evolve e le sfugge. Ricorderete il gabbiotto sul Teatro Comunale, le scritte sul monumento reale, il mistero dei resti di Vanvitelli che giunti a Caserta ora si vogliono riposizionare nel luogo di prelievo senza dare esito alla cittadinanza ed al sottoscritto che, dopo 31 anni, è riuscito a riavere quei poveri resti in città. Clamorosi silenzi ed assordanti risalti nazionali ed internazionali impongono di mettere le mani della istituzione Governo su quella che è divenuta la principale fonte di dileggio mediatico e di ulteriore negativa etichetta del popolo Casertano».

In pratica, paradossalmente, Palazzo Reale da sempre oggetto di ammirazione mondiale e meta di visitatori da tutto il mondo, diventa il luogo in cui viene compromessa la reputazione di Caserta e della sua provincia. Per questo Ciontoli prende di mira la Soprintendenaza: «Strutture boriose e saccenti, logorate tra i concetti di conservazione e valorizzazione, prive di ogni profilo di manageriale visione, continuano a lasciar correre tra un happy hour ed un concerto, in una cornice da sogno, tutto quanto può accadere senza che sia definita la misura dei vantaggi per la reggia stessa e la città. Afflitte, come sono, da una atavica cultura dell'immobilismo, esse oggi ci negano ogni possibilità di evoluzione culturale, emancipazione del territorio e crescita economica. Strutture da snellire e riformare per un rilancio di un turismo sempre più vuoto nei concetti, nella portata e nelle opportunità collegate». Da qui l’appello finale al ministro per i Beni Culturali: «Dario Franceschini scenda a Caserta e lanci qui un manifesto per la riforma dei nostri beni culturali, chiave di ogni sviluppo in un territorio degradato e reso esangue da altre proprie opportunità».

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