Felicori incontra la città: «Modello Barcellona per rilanciare la Reggia di Caserta»

Felicori incontra la città: «Modello Barcellona per rilanciare la Reggia di Caserta»
di Francesco G. Esposito
Venerdì 27 Novembre 2015, 11:33
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CASERTA - «Per rilanciare la Reggia serve un patto casertano, una sorta di piano strategico metropolitano, magari come quello della Barcellona degli anni ’90, che dia la possibilità a Caserta, sul fronte culturale, di essere gestita come un’impresa». È la priorità su cui il manager di Palazzo reale, Mauro Felicori, concentrerebbe le energie per arrivare «a raddoppiare l’attuale numero dei visitatori e uscire dallo stato di paralisi economica attuale». Un progetto da attuare nel medio periodo (almeno un lustro) con un’intesa trasversale «che vada al di là della politica».

Il direttore della Reggia, alias «dirigente da marciapiede» come ama definirsi, sceglie proprio la piazza, quella del primo incontro pubblico ufficiale con le associazioni culturali del capoluogo - organizzato dall’istituto superiore di Scienze religiose «San Pietro» nella sala conferenze della biblioteca diocesana - per confrontarsi sul rapporto tra Palazzo reale e territorio. Sollecitato da don Nicola Lombardi, direttore Issr, che pone l’accento su quanto «fino ad oggi siano mancati dialogo, conoscenza e collaborazione» e che immagina la Reggia come «volano culturale prima ancora che economico rispetto alla città», Felicori lancia la sua idea «semplice»: «Abbandonare piagnistei e autocommiserazione per gestire la città come un’impresa e tornare competitivi». Migliorare «comunicazione e reputazione (più in Italia che all’estero)» di un museo dall’impostazione «ormai superata (mancano audioguide, collegamenti degni con Roma, Napoli e non c’è sinergia con gli altri siti del territorio)». E ancora: «Aprirsi alle proposte di associazioni e privati. Una scelta fatta già a Torino per la Venarìa Reale che, oggi, inizia a darci problemi». Da facebook al bar fino alla piazza, passando da incontri come quello con le associazioni: Felicori li ripeterebbe «ogni 2-3 mesi» per trovare la cornice, anche istituzionale, «in cui applicare un principio di sussidiarietà dove la società faccia da sé ciò che può, senza aspettare lo Stato». Ieri il primo passo verso una collaborazione auspicata da Università (presente la pro-rettore Sun, Rosanna Cioffi), Provincia (con il presidente Angelo Di Costanzo) e dalle stesse associazioni (una decina quelle rappresentate negli interventi, molte di più quelle presenti in una sala gremita).

E, confrontandosi sul rapporto «fragile» tra città e Reggia, lo stesso Felicori, in chiusura, ragiona sulle riflessioni espresse da Raffaele Cutillo (comitato pro-Archivio di Stato) su quanto il monumento «appaia sovradimensionato rispetto a una città piccola come Caserta».