Tre morti sulla Domitiana. Il tragico destino dei Ragucci: andavano a una visita medica

Tre morti sulla Domitiana. Il tragico destino dei Ragucci: andavano a una visita medica
di ​Claudio Lombardi
Venerdì 23 Gennaio 2015, 10:59 - Ultimo agg. 12:48
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Luca e Felice sperano che almeno la madre, Giuseppina Mingione, e la loro sorellina, A., di appena 10 anni, si salvino. Il primo, 21 anni, e il secondo, 18 il prossimo 22 febbraio, ieri pomeriggio, non erano in quella Fiat Grande Punto, ed è per questo che sono ancora in vita.

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Non ce l’hanno fatta, invece, il papà, Francesco Ragucci, l’altra sorella, Maddalena (per tutti, Meddy), di 14 anni, e lo zio, Carmine Mingione.

Con loro viaggiava pure un’altra ragazza, una cugina, di 21 anni, P.F., che, per fortuna, non ha riportato ferite gravi. Erano in sei in quella utilitaria, e forse erano diretti proprio alla clinica «Pineta Grande» di Castel Volturno per una visita specialistica. Un particolare ormai irrilevante rispetto alla tragedia che si è abbattuta sui Ragucci di Macerata.

Francesco, 45 anni, operaio edile, e la moglie, Pina, di 40, casalinga, si erano trasferiti in città nel 2009, in un appartamento in via Antonio Gramsci. Dopo essersi sposati nel 1993, per qualche anno, avevano vissuto a San Tammaro. Poi, il ritorno nella comunità di origine: di Macerata era il padre di Francesco, fruttivendolo e agricoltore, e a Macerata abitato gli altri fratelli.

Una famiglia numerosa, i Ragucci. In casa i problemi, quelli di tutte le coppie, non mancavano: la fatica ad arrivare a fine mese, le bollette da pagare, le spese per i figli. Francesco e Pina, però, affrontavano le piccole e grandi traversie quotidiane uniti da un sentimento solido.

«Era un grande lavoratore», commenta il sindaco Luigi Munno. «Faceva il muratore - aggiunge - ma l’ho visto spesso anche in campagna, a raccogliere la frutta. Lei, Pina, è una madre amorevole. Mi auguro, con tutto il cuore, che trovi la forza per sconfiggere la morte; lo stesso augurio che rivolgo all’altra figlia, che, mi dicono, sia in prognosi riservata».

Intanto, di quel progetto di vita insieme, tra Pina e Franco, di quel sogno, non restano che le lacrime di chi resta. Di chi ora è in una corsia di ospedale, aspettando dai medici parole rassicuranti. «Ho appreso dell’episodio dal telegiornale», rivela il comandante della polizia municipale Stanislao Veccia. «Quando ho sentito dello schianto - prosegue - e ho visto le immagini delle lamiere aggrovigliate, non potevo, certo, immaginare che in quell’infermo di metallo ci fossero dei maceratesi. Prego per loro».

L’ultima volta che i Ragucci si sono visti in centro è stata durante la festa di Sant’Antonio Abate, lo scorso weekend. Luca e Felice facevano parte della paranza di uno dei carri di «pastellessa» che ha sfilato, ed anche Francesco è stato risucchiato nel vortice dei bottari. Tra la folla, anche Pina, con la piccola A. e Maddalena. Meddy frequentava l’istituto tecnico commerciale «Leonardo Da Vinci» di Santa Maria Capua Vetere.

Era molto di più di una ragazza solare, era un’esplosione di gioia, di allegria; occhi grandi e un sorriso contagioso. Non a

ppena la notizia della morte si è diffusa in rete, la sua bacheca su facebook è stata inondata di messaggi.