La sorella di don Diana: «Spero che il Pontefice interceda per beatificare mio fratello»

La sorella di don Diana: «Spero che il Pontefice interceda per beatificare mio fratello»
di Antonio Manzo
Sabato 26 Luglio 2014, 02:47 - Ultimo agg. 12:44
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«A papa Francesco chiederei di intercedere per l'avvio del processo di beatificazione di mio fratello, don Peppe. Come avvenuto per don Puglisi poi, felicemente concluso. Sarebbe un ennesimo segno di speranza per la Chiesa e la società italiana che lotta contro le mafie. E, soprattutto, la Chiesa riconoscerebbe canonicamente un testimone del Vangelo caduto al fronte della carità cristiana, per amore del suo popolo. Sì proprio come don Peppe titolò la sua ultima lettera alla parrocchia di Casal di Principe, «Per amore del mio popolo, non tacerò».

Marisa Diana aveva ventiquattro anni quando, in quella mattina del marzo del 1994, fu svegliata con la notizia che la camorra aveva ammazzato suo fratello prete, proprio nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Casal di Principe. A poche ore dalla visita del Papa a Caserta, Marisa Diana riavvolge il nastro dei ricordi del sacrificio del fratello sacerdote.



Lei chiederebbe al Papa di intercedere perché si apra il processo di beatificazione in diocesi, il primo passo canonico verso la santità. Al di là del suo legame familiare, come presenterebbe la richiesta a Papa Francesco?

«Ad di là del dolore a vita per mio fratello, io mi permetterei di spiegare a Papa Francesco che don Peppe ha dato la vita per la Chiesa e per gli altri, per il prossimo. Ha rappresentato con il sacrificio della vita la dignità del Vangelo, donare se stessi per gli altri. E ha donato se stesso ben consapevole del rischio fisico altissimo, in una terra dove la camorra ha preteso sempre di ipotecare la vita di tutti. Lui è stato il simbolo della resistenza. E, dopo di lui, non tutto è come prima. Molte coscienze si sono risvegliate nelle terre dove la lotta ai diritti è quella per una vita normale».