Ospedale commissariato per camorra, s'insediano i nuovi vertici: «Pronti a far rinascere la struttura»

Ospedale commissariato per camorra, s'insediano i nuovi vertici: «Pronti a far rinascere la struttura»
di Lorenzo Iuliano
Giovedì 2 Luglio 2015, 11:02 - Ultimo agg. 11:34
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CASERTA - Si sono conosciuti solo ieri ma in poche ore hanno già trovato la sintonia sulle tante cose da fare nell’azienda ospedaliera «Sant’Anna e San Sebastiano» di Caserta, commissariata per camorra e diventata caso nazionale. Sono arrivati in mattinata nel capoluogo e si sono insediati mettendosi subito al lavoro il neo direttore sanitario Alfonso Giordano e il neo direttore amministrativo Alberto Di Stasio, accolti dal commissario Michele Ametta. Strette di mano, visita al personale e alle strutture e briefing sulle priorità da affrontare. I due dirigenti vantano lunga esperienza sul campo. Giordano, 64 anni di Vietri sul Mare, proviene dall’ospedale di Scafati ed è direttore sanitario da 16 anni, passati alla guida di tutti gli ospedali dell’ex Asl Salerno 1. Di Stasio, 55 anni, beneventano di Castelvetere Val Fortore, per 9 anni ha guidato amministrativamente l’ospedale «Rummo» di Benevento, affrontando tutto il piano regionale di rientro, fatto di lacrime e sangue.



«Abbiamo accettato l’incarico con entusiasmo – dichiarano entrambi – è un’esperienza di grande impegno ma anche di rilevante prestigio. Abbiamo messo in conto la complessità della situazione, ora ci interessa capire cosa e come si fa in questo ospedale. Ci vorrà qualche giorno ancora per conoscere a fondo tutti i meccanismi, ma siamo pronti». Il primo ringraziamento va ai commissari, «perché hanno scelto solo sulla base dei nostri curricula e perché con loro avremo piena libertà di attuare le nostre decisioni», spiegano.



Giordano fa un parallelismo con Nocera, realtà che conosce bene, «struttura simile a Caserta per tipologia di specialità esistenti, per numero di posti letto e per complessità territoriale», sottolinea. Si dice poi d’accordo con il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, che considera il caso-Caserta non solo un record negativo, ma anche un modello che può fare da battistrada in Italia contro il malaffare: «La parola crisi contiene in sé il germe del cambiamento e qualsiasi occasione può servire per la rinascita», insiste Giordano.



Il primo appello di Di Stasio invece è rivolto ai dipendenti, tra i quali non si respira più un clima da contrapposte fazioni: «Mi aspetto un grande aiuto dal personale, qui ci sono ottime professionalità e puntiamo a lavorare accanto a loro, in un clima di serenità».



È il concetto ribadito dal commissario Ametta, che compone la triade al vertice dell’azienda ospedaliera con il prefetto Cinzia Guercio e l’ingegnere Leonardo Pace. Ametta ha origini pugliesi e arriva dal ministero delle Finanze: «Ora la squadra è al completo - commenta - Abbiamo scelto senza alcun vincolo politico. Già abbiamo nel cassetto progetti da realizzare. L’ospedale è un bene pubblico che appartiene a chi ci lavora e ai cittadini, questo non va mai dimenticato».



E poi annuncia con chiarezza: «Se non ci saranno impedimenti da parte di altre istituzioni, come ad esempio la Regione Campania, noi siamo in grado di rimettere in moto l’azienda di Caserta. Se troveremo ostacoli tra 18 mesi nulla potrà risultare cambiato». Ametta indica anche la direzione per raggiungere l’obiettivo: «Vogliamo concludere il mandato restituendo una struttura rinata e capace di affrontare tutte le esigenze del territorio. Abbiamo un unico filo conduttore che ci ispira, lo spirito di servizio e il senso dello Stato». Il commissario non nega le difficoltà: «Sappiamo che possiamo andare incontro a rischi anche in maniera inconsapevole».



Ecco perché si dice «risollevato» dai due nuovi arrivi, «su cui riversiamo grandi aspettative». Ma per centrare il risultato del ritorno alla normalità, secondo Ametta, il «Sant’Anna e San Sebastiano» deve tornare «ad essere sistema, a fare squadra, ciascuno per la propria parte. Un ruolo decisivo lo gioca la partecipazione del personale, che considero fondamentale per vincere la sfida del cambiamento», conclude il commissario.