Reggia, il direttore dei Musei italiani Soragni: «La liberazione degli spazi premessa per il rilancio»

Reggia, il direttore dei Musei italiani Soragni: «La liberazione degli spazi premessa per il rilancio»
di Lorenzo Iuliano
Sabato 22 Agosto 2015, 13:24 - Ultimo agg. 13:25
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CASERTA - «La liberazione degli spazi della Reggia di Caserta, oggi occupati dall’Aeronautica militare e da altri inquilini, è fondamentale per il piano di rilancio che il nuovo manager Felicori è chiamato ad attuare». Ugo Soragni è alla guida della Direzione generale Musei del ministero dei Beni culturali. È l’uomo che con il ministro Franceschini ha firmato le nomine dei supermanager nei 20 top siti italiani. Ma è pure attualmente il direttore facente funzioni del monumento vanvitelliano. Non basta. È inoltre il dirigente che ha messo a punto, da commissario straordinario di governo, il «Progetto di riassegnazione degli spazi dell’intero complesso della Reggia di Caserta» con l’obiettivo di restituirlo alla sua esclusiva destinazione culturale, educativa e museale. E a pochi giorni dalla scelta al vertice di Palazzo reale di Mauro Felicori, 63 anni, dirigente del Comune di Bologna, Soragni sottolinea: «Sarà decisivo rispettare il cronoprogramma, è la premessa per il futuro del monumento».



Quel piano è diventato operativo dallo scorso 25 maggio, quando è stato approvato dal presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi con suo provvedimento. Ed è l’elemento centrale su cui poggerà il compito di Felicori. «Il piano aveva un perimetro ben definito dalla legge, il compito è stato quello di stabilire il cronoprogramma per la liberazione degli spazi e delineare i progressivi scenari, la cui realizzazione spetta però proprio al direttore generale», spiega Soragni. Prevede che entro il prossimo dicembre l’intero piano nobile della Reggia venga restituito alla sua funzione culturale. Una restituzione che consentirà di completare il percorso museale, estendendo la visita all’Appartamento della regina, mai ultimato, che doveva connettersi con quello del re, attraverso la grande Galleria degli specchi, prevista nel progetto vanvitelliano in analogia a quella esistente a Versailles. La liberazione degli spazi consentirà inoltre di recuperare nuovi ambienti in cui allestire esposizioni permanenti e temporanee. Nei prossimi anni, poi, fino al 2020, si darà corso alla graduale liberazione degli ulteriori spazi, compreso l’emiciclo occidentale.



«Solo con l’attuazione di questo cronoprogramma potranno essere impiegate le risorse già assicurate dal ministro per il rilancio. Serviranno per adeguare gli spazi al piano complessivo», rimarca il direttore generale dei Musei. La Reggia dunque si appresta a vivere una nuova stagione di lavori: oltre al restauro della facciata principale e dei cortili interni, altri interventi potranno riguardare dal 2016 il piano nobile, per poterlo rendere funzionale ai nuovi obiettivi. Arriveranno nuove risorse, che consentiranno il riallestimento degli spazi, ridefinendo i percorsi di visita.



Ecco perché per Caserta non è stato scelto un direttore generale dallo spiccato curriculum scientifico, ma un «manager culturale» con esperienza di gestione. Sono state considerate le peculiarità del sito Unesco, che vanta un grande patrimonio di opere d’arte e di collezioni, ma il cui nodo critico non sta nell’allestirle o valorizzarle (avendo anche al suo interno funzionari di lungo corso e capacità per farlo), piuttosto nella gestione quotidiana interna. Difficoltà che includono anche la dotazione di servizi, ma innanzitutto la capacità di intrattenere rapporti di collaborazione con una pluralità di soggetti istituzionali e pubblici non solo del territorio. Il nuovo manager sarà chiamato a ragionare in termini di politica dei trasporti, dell’accoglienza, della sicurezza e non solo di opere d’arte.