CASERTA - Tecnicamente sono degli aeromobili a pilotaggio remoto utilizzati per la cattura di latitanti e per perlustrare delle zone ad alto rischio di attacchi terroristici. Ma i piccoli congegni volanti, i droni, appunto, possono essere utilizzati anche per contrastare i reati ambientali e creare, sulla base delle loro perlustrazioni, delle vere e proprie mappe di inquinamento ambientali e sulla base di quelle ripartire con il contrasto.
Da qui, il lavoro della Procura di Santa Maria Capua Vetere al lavoro con software, database e droni per l'individuazione di criticità ambientali, laboratori mobili e droni per la trasmissione in tempo reale di dati sensibili. Gli strumenti messi in campo dall’ufficio inquirente casertano nell'attività di contrasto all'inquinamento ambientale nella provincia di Caserta e in particolare in quell'area a cavallo con l'hinterland napoletano nota come Terra dei fuochi, parte da un lavoro certosino della Procura che ha illustrato la sua strategia d'attacco all'eco-illegalità la settimana scorsa alla Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti attraverso una relazione «molto apprezzata», fanno sapere dall'ufficio inquirente, ma che è stata poi «secretata».
Presenti a Roma l'attuale Procuratore facente funzioni Raffaella Capasso insieme a sei sostituti; tra gli altri, il consulente della Commissione, il pm Domenico Musto e i colleghi Giuliana Giuliano e Silvio Marco Guarriello.
Terra dei fuochi, secretata la relazione della Procura di S. Maria Capua Vetere alla Commissione Ecomafie
di Marilù Musto
Mercoledì 21 Gennaio 2015, 00:01
- Ultimo agg. 07:47
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