Madri Figlie: ritratti di donne di Vera Maone

Madri Figlie: ritratti di donne di Vera Maone
di Donatella Trotta
Domenica 15 Giugno 2014, 01:09 - Ultimo agg. 8 Ottobre, 18:13
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Madri Figlie. Si intitola cos - senza congiunzioni e con la maiuscola, per un voluto doppio protagonismo - il nuovo libro fotografico di Vera Maone, appena pubblicato dalle edizioni Intra Moenia, che raccoglie 43 immagini femminili ritratte in bianco e nero dall’autrice in un arco temporale che va dagli anni Ottanta ad oggi.

Sono ritratti di donne: neonate, bambine, adolescenti, adulte, anziane. Volti di ogni età, di diversa estrazione sociale e provenienza geografica, colte nell’arco di oltre vent’anni in interni ed esterni. Alcune - soprattutto le straniere - anonime, immortalate con i loro sorrisi contagiosi in ”non luoghi“ come gli aeroporti o le metropolitane d’Europa. Altre - le italiane, le napoletane - identificate invece dal nome di battesimo, in salotti borghesi dalla chiara impronta intellettuale, oppure in giardini, esterni estivi o in tinelli più dimessi.



Tutte, accomunate da quella che Silvia Vegetti Finzi chiama il «non pensato della nostra epoca»: la relazione materna. Che incuriosisce, con i suoi paradossi, l’autrice in momenti diversi del suo percorso di impegno civile e ricerca intellettuale che l’ha già portata a documentare, tra l’altro, la dismissione industriale di Bagnoli o la Napoli di Maurizio Valenzi in una mostra fotografica sul tema.

Classe 1936, napoletana di origini calabresi, già docente di materie letterarie e storia, da sempre attiva nelle battaglie democratiche per la riforma della scuola, la promozione culturale e la cittadinanza attiva - anche con la storica Associazione Laboratorio Città Nuova, per la quale ha curato, per oltre un decennio, I Lunedì della Fotografia da appassionata autodidatta dell’obbiettivo e della camera oscura - Maone sembra animata, in questa raccolta, più da una personale urgenza squisitamente femminile che da un intento estetico: avvertibile, ad esempio, in una consimile recente operazione dell’architetto e fotografo d’arte romano Gabriele Morrione, autore di un libro-mostra dal titolo «Madri e figlie» (Infinito edizioni), ritratti in bianco e nero di 80 madri e 99 figlie frutto di una ricerca avviata negli anni Settanta e di un lavoro monografico durato otto mesi, dal novembre 2012 al giugno 2013.



Perché lo sguardo indagatore di Vera Maone, madre di due figlie alle quali non a caso dedica il libro, è innanzitutto una testimonianza ”militante“. Uno sguardo, all’interno, sul femminino. E più che un reportage fotografico in senso stretto, o una semplice galleria di ritratti, il libro sembra così configurarsi come un racconto per immagini dell’”ordine simbolico della madre“ che stimola - inevitabilmente - letture plurime su un archetipo universale.



Dall’iniziale icona classica dell’allattamento, dello svezzamento e del nutrimento dell’immaginario nel lettone con un albo illustrato, fino all’ultima foto delle attempate Maria e Silvia che si fronteggiano buie di profilo, in controluce sullo sfondo del mare, «Madri Figlie» adombra almeno un doppio percorso: uno, più immediato, iconografico e diacronico, delle età e stagioni della vita femminile (dalla nascita al tramonto: quando l’iniziale abbraccio carnale, con il contatto fisico spezzato dalle separazioni dell’adolescenza, si ricompone in un nuovo ordine simbolico inverso, dove è la madre a ridiventare figlia); l’altro, più subliminale, che offre differenti immagini di maternità (occidentali, ma anche sudamericane, orientali) quasi in contrappunto.



A suggello dell’investigazione in progress dell’autrice, che interpella lo sguardo (proprio e altrui) nell’infinito gioco di specchi della genealogia al femminile. Il libro sarà presentato lunedì 16 giugno alle ore 17 a Villa Pignatelli, con letture di Tania Garribba. Con l’autrice dialogheranno Angela Tecce e Donatella Trotta.

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