Lavoro, Poletti si sbilancia: «Un milione di assunzioni»

Giuliano Poletti
Giuliano Poletti
Martedì 31 Marzo 2015, 09:20 - Ultimo agg. 10:35
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Da imprese e consumatori arriva un nuovo slancio di ottimismo con gli indici della fiducia che toccano a marzo i massimi da luglio 2008, per le aziende, e da maggio 2002, per le famiglie, negli ultimi dati Istat. Vedono rosa anche le Borse (+1,20% l'Ftse-Mib a Piazza Affari), mentre segnano nuovi minimi i tassi dei Btp a 5-10 anni, con il Tesoro che colloca 2 miliardi di euro a 5 anni con rendimento record dello 0,55% e 2,5 miliardi di decennali all'1,34% (altro record). Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, soffia sul fuoco della fiducia prevedendo che gli 1,9 miliardi stanziati per gli sgravi nelle assunzioni potrebbero portare fino a un milione di posti di lavoro.



È un «numerone», riconosce il ministro: «spero, mi auguro, che questo dato si produca: i primi sintomi ci sono già». Il dato sulla fiducia delle imprese in particolare è «positivo», secondo Poletti, «perchè è la conferma di un trend che da un pò di mesi si è attivato»; in coda ad una crisi «è ragionevolmente immaginabile che possa capitare un mese di euforia e poi un momento di caduta. Dunque il fatto che i mesi di fiducia si stabilizzino nel tempo e si confermino credo che sia sicuramente un buon segno».



Guardando i dati Istat, il clima volge al bello per tutti i settori di imprese dalla manifattura, che segna un record da giugno 2011, alle costruzioni, dove il progresso riguarda anche - «seppur lievemente» - le attese sull'occupazione, dai servizi al commercio. Sono ottimisti anche i consumatori, che risultano più fiduciosi sia sulla componente economica che su quella personale dell'indice: migliorano i giudizi sulla situazione economica del Paese e le aspettative sulla disoccupazione, con una crescita soprattutto della quota di quelli che prevedono una diminuzione lieve di quest'ultima (saliti al 36,6% dal 32,6%).



Sono in «lieve aumento» le attese sull'economia e altri segnali positivi arrivano dai giudizi e dalle attese sulla dinamica dei prezzi al consumo.
Una voce contraria è quella di Federconsumatori e Adusbef, che contestano i dati Istat come «inverosimili» perchè «le famiglie sono ancora attanagliate da una morsa che non lascia respiro» e, secondo loro stime, taglieranno anche i consumi pasquali del 7% circa.
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