È un «numerone», riconosce il ministro: «spero, mi auguro, che questo dato si produca: i primi sintomi ci sono già». Il dato sulla fiducia delle imprese in particolare è «positivo», secondo Poletti, «perchè è la conferma di un trend che da un pò di mesi si è attivato»; in coda ad una crisi «è ragionevolmente immaginabile che possa capitare un mese di euforia e poi un momento di caduta. Dunque il fatto che i mesi di fiducia si stabilizzino nel tempo e si confermino credo che sia sicuramente un buon segno».
Guardando i dati Istat, il clima volge al bello per tutti i settori di imprese dalla manifattura, che segna un record da giugno 2011, alle costruzioni, dove il progresso riguarda anche - «seppur lievemente» - le attese sull'occupazione, dai servizi al commercio. Sono ottimisti anche i consumatori, che risultano più fiduciosi sia sulla componente economica che su quella personale dell'indice: migliorano i giudizi sulla situazione economica del Paese e le aspettative sulla disoccupazione, con una crescita soprattutto della quota di quelli che prevedono una diminuzione lieve di quest'ultima (saliti al 36,6% dal 32,6%).
Sono in «lieve aumento» le attese sull'economia e altri segnali positivi arrivano dai giudizi e dalle attese sulla dinamica dei prezzi al consumo.
Una voce contraria è quella di Federconsumatori e Adusbef, che contestano i dati Istat come «inverosimili» perchè «le famiglie sono ancora attanagliate da una morsa che non lascia respiro» e, secondo loro stime, taglieranno anche i consumi pasquali del 7% circa.