Cambio di casacca
se vincesse Renzi

Martedì 27 Novembre 2012, 09:42 - Ultimo agg. 1 Dicembre, 09:51
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Caro Direttore, faccio un pronostico che a pensarci bene frutto non tanto di immaginazione quanto di uno strano presentimento: infatti qualcosa mi suggerisce che se Renzi vincesse, e non lo spero, Berlusconi non scenderebbe in campo perch si sentirebbe sicuro e tutelato, sul fronte avversario, da un Renzi che la pensa politicamente come lui.


Mentre se invece si avverasse la vittoria finale di Bersani, il rottamatore lo vedremmo passare con una scusa di brogli o di altro, a rinforzare il Pdl con la sua leadership permettendo a Berlusconi, che perciò attende e non decide, di stare tranquillo e di potersi rimettere in gioco per le elezioni politiche ma facendo solo il padre nobile .



Mentre Renzi con il suo passaggio nel campo avverso, potrebbe ottenere dal Cavaliere, oltre ai ringraziamenti, anche quello che gli elettori del Pd non gli hanno dato: la fiducia e la investitura di campione della destra liberale.



Francesco De Gouzueta



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Caro de Goyzueta, non condivido la sua analisi perché la ritengo viziata da un pregiudizio ideologico. Che poi è lo stesso retropensiero che ha impedito al maggior partito della sinistra fino ad oggi di poter sfondare al centro, in quei settori moderati che alla fine fanno sempre la differenza e le maggioranze.



Renzi ha indubbiamente commesso un peccato d’ingenuità qualche anno fa andando a trovare l’allora presidente del Consiglio Berlusconi ad Arcore, una visita furtiva quanto immotivata in quella sede. Bene avrebbe fatto a fissare un bell’appuntamento alla luce del sole, a Palazzo Chigi, e con la sola motivazione istituzionale: l’essere sindaco di Firenze e perciò interessato ai finanziamenti per attività del suo ufficio.



Da allora nel centrosinistra si è scatenata una caccia all’appestato degna di miglior causa, una caccia che ha trasformato, anche ben oltre i suoi meriti, Renzi in un traditore pronto a fare intelligenza con il nemico. Il bacio della morte poi glielo ha dato Berlusconi, convinto di essere ancora un playmaker, dicendo che lo voterebbe.



I dati di domenica smentiscono tutte queste favolette e attestano l’affermazione di Renzi proprio in diverse regioni rosse dove invece, se fossero vere le illazioni di cui sopra, avrebbe dovuto essere travolto da Bersani. Che senso avrebbe un salto della quaglia che, passando armi e bagagli nel campo avverso, toglierebbe a Renzi più della metà dei consensi superpolarizzati che ha ottenuto nell’area del centrosinistra? La ragione, di solito, è più forte dei sospetti.





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