Unesco, l'Italia candida la pizza napoletana come patrimonio culturale immateriale

I pizzaioli promotori dell'iniziativa
I pizzaioli promotori dell'iniziativa
di Luciano Pignataro
Giovedì 26 Marzo 2015, 20:41 - Ultimo agg. 27 Marzo, 08:54
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Via libera ufficiale: dopo la raccolta di firme che ha toccato quota 300mila promossa da Coldiretti, Associazione Pizzaioli Napoletani e la fondazione presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio, da pochi minuti la commissione italiana ha candidato uffcialmente la pizzacome patrimonio immateriale dell'Umanità all'Unesco.



Nell'anno di Expo, la Commissione Italiana per l'Unesco, ha così scelto l'«L'Arte dei Pizzaiuoli Napoletani», simbolo del made in Italy nel mondo.



Si tratta del primo «step», spiega il legale Pier Luigi Petrillo, estensore del dossier di candidatura L'Arte dei Pizzaiuoli Napoletani, necessario per iniziare il negoziato internazionale che coinvolgerà 163 Stati. Dal 1 Aprile 2015 al 15 novembre 2016 i valutatori indipendenti dell'Unesco saranno chiamati ad esaminare le due candidature italiane, ed entro novembre 2016 decideranno se riconoscere o meno la pizza e la falconeria come patrimonio dell'umanità. Ad oggi la Lista contiene 6 elementi italiani.



Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco, presieduta dal prof. Giovanni Puglisi, ha deliberato di candidare «L'arte dei pizzaiuoli napoletani» nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dell'Unesco per il ciclo 2015/2016.



Si tratta dell'unica candidatura italiana per questo periodo (la Falconeria è una candidatura transnazionale). «La decisione della Commissione Nazionale Unesco ci riempie di gioia - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina- soprattutto perché arriva a pochi giorni dall'inaugurazione dell'Esposizione Universale, a Milano, dedicato ai temi della nutrizione. La scelta del governo italiano di presentare a Parigi, quale unica candidatura nazionale, quella dell'arte dei pizzaiuoli napoletani, rappresenta il modo migliore per riaffermare l'importanza che il patrimonio culturale agroalimentare ha per l'Italia. È una decisione rilevante anche per contrastare quei fenomeni di imitazione di questa antica arte italiana e rilanciare le tecniche tradizionali di produzione, tramandate di generazione in generazione».



«Nell'anno in cui l'Italia -e l'Europa- ospitano l'EXPO, candidare come patrimonio dell'umanità uno dei simboli più rilevanti del made in Italy è una scelta che rafforza le politiche del governo di contrasto delle contraffazioni ma anche di promozione nel mondo delle nostre tradizioni agro-alimentari. Sono convinto che riusciremo a convincere l'UNESCO che si tratti di un patrimonio da salvaguardare e da valorizzare in tutto il mondo» -ha concluso il Ministro Martina. Il dossier sarà materialmente consegnato alla sede dell'Unesco lunedì 30 marzo. Da quel momento inizierà un lungo e complesso negoziato internazionale che coinvolgerà oltre 160 Stati. Per conto dell'Italia il negoziato sarà condotto dal prof. Pier Luigi Petrillo che recentemente ha fatto ottenere il prestigioso riconoscimento dell'Unesco alla pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria.



«Il riconoscimento dell'Unesco ha un valore straordinario per l'Italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell'identità nazionale». Lo ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, in riferimento alla decisione della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco di candidare «L'arte dei pizzaiuoli napoletani» nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità. «Quando un prodotto diventa globalizzato - ha rilevato Moncalvo in una nota - il rischio è che se ne perda l'origine ed è proprio il caso dell'arte della pizza. Il riconoscimento dà valore ad una tradizione sostenibile, attenta alla naturalità, che parla di materie prime povere e d'ingegnosità umana, di genialità di donne e uomini che volevano trovare modi gustosi e sostanziosi per nutrire le proprie famiglie e la propria comunità».



«Grande risultato per una tradizione nota in tutto il mondo.
Grazie ai 300.000 firmatari. Ora puntiamo ad un milione di firme per il 'si' dell'Unesco a Parigi». Lo afferma l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio dopo il via libera della Commissione italiana per l'Unesco alla candidatura italiana de 'L'arte dei piazzaiuoli napoletani' per l'ingresso nella Lista del Patrimonio immateriale dell'umanità. Pecoraro ha promosso la petizione per la pizza.