Maiello: «Il vulnus c'è, il Parlamento corregga»

Maiello: «Il vulnus c'è, il Parlamento corregga»
di Nando Santonastaso
Lunedì 16 Marzo 2015, 08:40 - Ultimo agg. 18 Marzo, 08:59
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«L'apertura di Raffaele Cantone sull'opportunità di rivedere la legge Severino è da condividere» dice con molta chiarezza Vincenzo Maiello, ordinario di Diritto penale all'università di Napoli Federico II. E spiega: «La legge, con i meccanismi di sospensione e di incompatibilià da essa configurati, mi pare sia il frutto di un'onda emotiva che era particolarmente forte quando il testo è stato approvato, inserendosi di fatto in un contesto di complessivo inasprimento delle pene».



Vuol dire che rispondeva a esigenze specifiche di quel momento?



«Io penso che effettivamente il legislatore si sia ritenuto libero di predisporre un sistema di sanzioni amministrative, considerando che la materia non fosse presidiata dai vincoli garantistici che sono propri della materia penale. Ora invece, e le parole di Cantone lo confermano in qualche modo, si può ampliare il ragionamento».



Perché secondo lei l'indicazione di Cantone è da condividere?



«Più che una questione di torto o di ragione, Cantone fa bene a invitare a ricalibrare - in termini di recupero dei princìpi di proporzione e adeguatezza - il sistema delle sanzioni che la legge Severino, con una disinvoltura un po' garibaldina, ha ancorato alla sentenza di primo grado per tutti i reati contro la Pubblica amministrazione. Questo, a mio parere, crea un vulnus sul piano delle garanzie soprattutto rispetto alla presunzione di non colpevolezza garantita dalla Costituzione».











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