Napoli. I cinquant'anni dell'Ati: a Capodichino si festeggia l'azienda-famiglia

Napoli. I cinquant'anni dell'Ati: a Capodichino si festeggia l'azienda-famiglia
di Marina Cappitti
Lunedì 29 Settembre 2014, 19:16 - Ultimo agg. 21:51
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Era il 2 giugno del 1964 quando dall'aeroporto di Capodichino partì il primo volo della Compagnia Ati (Aero-trasporti-italiani), da cui poi è nata l'Atitech. L'F27 dell'olandese Fokker fu il primo di una flotta iniziale di due, passata nel giro di pochi anni a contare ben 90 aerei (oltre ai Fokker, i turbo jet Douglas DC-9/30, i Mc Donnell Douglas MD-80, i turbo elica ATR-42) e che nei suoi 30 anni di attività ha trasportato cento milioni di passeggeri, facendo volare gli italiani e contribuendo allo sviluppo del Paese. Per ricordare quel giorno, ma soprattutto ciò che ha significato quella Compagnia nata a Napoli e distintasi nel mondo, oggi nel cinquantenario della sua Fondazione sono state apposte due targhe celebrative, una nell'hangar Atitech e l'altra in aerostazione, quest'ultima visibile al pubblico.









Promotori dell'iniziativa e suoi realizzatori gli uomini e le donne che hanno dato vita e ali a quell'azienda e che oggi sono riuniti per la maggior parte nell'Associazione Gente dell'Ati. Piloti, tecnici, assistenti di volo e personale di terra - circa 2500 dipendenti - cresciuti su quei voli, negli uffici poi aperti anche a Roma e durante le manutenzioni in hangar. All'epoca molti di loro erano giovanissimi, tra i 20 e 25 anni, oggi ricordano quei giorni con incontri, facendo beneficenza e tramite il loro sito web www.bravomike.it dando all'acronimo ATI anche un nuovo senso 'Ancora Tutti Insieme'.



"L'Ati - ha spiegato Mario Fato vicepresidente dell'associazione che oggi conta circa 650 iscritti - ha dimostrato come sia possibile fare azienda ed imprenditoria al Sud, sviluppando professionalità altamente qualificate. La gara nel farla crescere coinvolse tutti, cher eravamo giovanissimi e catapultati in questo nuovo mondo. Solidarietà e complicità furono il cemento che ancora oggi ci tiene tutti insieme".



Tanti gli aneddoti e le storie, come quella volta racconta Corrado Pezzella, ex assistente di volo che portarono Renato Vallanzasca scortato dalle forze dell'ordine, o del Presidente della Repubblica Sandro Pertini che non chiedeva mai le agevolazioni dei Vip, ma viaggiava come tutti gli altri. O di quell'11 agosto del 1975 ricorda Gennaro Imperatore, ex assistente di volo, con tanto di manifesto dell'epoca alla mano, in cui portarono per un giorno un centinaio di pazienti dell'ospedale psichiatrico di Trieste in gita in aereo.



Molti di loro sono in pensione, altri ancora in servizio all'Atitech, il polo per la manutenzione aeronautica che dal 1994 ha assorbito gran parte del personale Ati. "L'Ati era un'azienda solida, ed è stato l'ennesimo esproprio al Mezzogiorno di una società che funzionava e che vantava notevoli primati" ha ricordato Gianni Lettieri, presidente Atitech presente alla manifestazione insieme - tra gli altri - ai direttori del Personale Atitech Arcangelo Annunziata, dell'Ati Marcello Borghesi, dei Servizi al Passegero della Gesac Fabio Pacelli.



La compagnia aerea infatti nel 1994 venne inglobata in Alitalia (aeroplani ed equipaggi, alcune maestranze di terra), nonostante l’Azienda fosse in piena salute ed in attivo industriale. La chiusura fu la soluzione trovata per dare ossigeno alla principale azionista, l’Alitalia, già da allora in cattive acque. Al territorio fu garantito, in cambio, la nascita di un robusto polo di manutenzione (Atitech appunto). Ai primi scali (Napoli, Fiumicino, Firenze, Venezia e Trieste) si aggiunsero anche mete in cui fece da capofila, come Sharm el Sheikh e collegamenti di aeroporti piccoli come Pantelleria e Lampedusa dove altre Compagnie non arrivavano. Nata con equipaggi snelli (due piloti ed un assistente tecnico di bordo) senza servizio di cabina e con tariffe basse, è considerata per questo anche l'antesignana dei low cost.