I baretti di Chiaia prendono le distanze dal Parthenope Village: per loro niente lungomare

I baretti di Chiaia prendono le distanze dal Parthenope Village: per loro niente lungomare
di Cristina Cennamo
Venerdì 3 Luglio 2015, 10:42 - Ultimo agg. 10:43
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Chiamatelo Villaggio, chiamatelo festival, ma non parlate di Baretti. È questo, in sintesi, il messaggio che hanno voluto lanciare i rappresentanti degli esercizi di Chiaia tanto amati dagli habitué della mondanità cittadina, dopo aver letto la propria denominazione abbinata al «Parthenope Village», il progetto del Comune che dall’11 luglio al 21 agosto prevede una serie di spettacoli ed iniziative no stop sul lungomare.



Un bando a cui, per inciso, gli imprenditori dei Baretti avevano preso parte a loro volta, proponendo eventi di musica elettronica con dj set ad opera di alcuni dei più noti professionisti napoletani della console nel mondo come Marco Carola e vari altri, nonché una serie di altre esibizioni artistiche ritenute più adatte ad un target cool e modaiolo come quello del quartiere.



«La società che ha vinto la manifestazione ha un fatturato annuale di 100mila euro, fanno prevalentemente servizi di hostess e non hanno mai organizzato un evento similare», commenta a nome dei suoi colleghi il presidente del Consorzio Baretti Doc Riccardo Izzo, «e in più scrivono che hanno esperienza trentennale mentre la società è stata costituita nel 2010 ed è una srl con unico socio: abbiamo visura camerale e bilanci a disposizione di tutti. Ma quel che maggiormente ci dispiace è sentir dire cose non vere, ovvero che i Baretti si sposteranno sul Lungomare. Quest’informazione non solo è errata, ma è anche fuorviante per la nostra clientela, che probabilmente si aspetta ora di trovarci lì, e dannosa per il nostro business visto che qualcuno potrebbe addirittura credere che siamo chiusi: parliamo di circa quindici bar tra cui alcuni storici come il 66, il Seventy, lo S’Move, l’Enoteca Belledonne, lo Chandelier, il Jazzy, il Wil, il Bebop ed altri».



Ebbene, spiegano gli imprenditori della movida, nessun rappresentante dei nostri Baretti parteciperà all'evento, vuoi per coerenza essendosi visti bocciare il proprio progetto e vuoi perché, a gara assegnata, ai diretti interessati è arrivata una proposta dallo stesso vincitore, intenzionato a far entrare gli stessi sulla base di un accordo commerciale che i più hanno ritenuto decisamente troppo caro. «La società vincitrice ci ha contattato a gara vinta per affidarci il servizio di somministrazione – spiega infatti Izzo – sottoponendoci quindi una richiesta economica di circa 100mila euro che però abbiamo rifiutato, anche perché non ci é stato garantito che l’area sarebbe stata controllata e che quindi non ci saremmo ritrovati a dover convivere con i classici venditori ambulanti di bibite con tanto di ghiaccio nei secchi al seguito».



Insomma, si legge fra le righe, un’organizzazione che ha fatto storcere il naso e non poco a chi, in fondo, si sente legittimato ad interpretare il comune sentire non solo degli imprenditori locali ma anche dei propri avventori, abituati ad essere coccolati in un ambiente curato e più avvezzi a ritmi disco che a spettacoli di piazza. «Quel che ci ha fatto ulteriormente desistere – conclude Izzo - è stata soprattutto la mancanza di un programma artistico degno del lungomare, che ci rappresentasse adeguatamente». Insomma, anche per luglio e agosto gli habitué dei Baretti non dovranno cambiare abitudini, potendo tutt’al più scegliere tra una passeggiata sul lungomare ed un cocktail nel proprio locale preferito.



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