Napoli, bimba vittima di abusi. La mamma: «Ho qualche sospetto ma non prove. Voglio giustizia o me la faccio da me»

Napoli, bimba vittima di abusi. La mamma: «Ho qualche sospetto ma non prove. Voglio giustizia o me la faccio da me»
Mercoledì 15 Ottobre 2014, 14:44 - Ultimo agg. 18:43
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«Voglio giustizia, e se non me la danno me la faccio da me». Così, Domenica Guardato, Mimma, come la chiamano i familiari, 27 anni, madre di Fortuna, la bambina di 6 anni morta a Caivano che - secondo l'autopsia - ha subito abusi sessuali. «Preferisco andare in galera ma sapere che il mostro non può nuocere più».



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«Le notizie sulla violenza a Fortuna per me restano tali fino a quando non avrò le carte. Tanto sono sicura che le hanno fatto violenza. Uccidendo lei hanno ucciso anche me e gli altri miei due figli», la mamma parla dal sesto piano di uno dei cupi palazzoni del Parco Verde, un quartiere ad alta densità criminale, e dove sono state trasferite famiglie di terremotati del sisma del 1980, provenienti da diverse zone dell'entroterra napoletano. Tra le mani ha una foto di Fortuna e fa notare la fortissima somiglianza della bambina con lei. «Vedete come è bella? L'hanno uccisa perchè era troppo bella».



«Ho lasciato Fortuna che giocava al settimo piano quel 24 giugno, eravamo appena tornati da Napoli, e l'ho trovata giù, a terra. È impossibile che

nessuno ha visto niente. Era mezzogiorno, Fortuna era rientrata con me da poco a casa. A quell'ora nel palazzo c'è tanto movimento. Lei non si è buttata giù, l'hanno buttata».



Così Domenica Guardato, mamma di Fortuna, la bimba di sei anni trovata morta quattro mesi fa. Dure parole per il rione dove abita. «Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Fanno schifo. Chi sa parli. Sono convinta che qualcuno sa qualcosa, e deve trovare il

coraggio di parlare - ribadisce Mimma - io qualche sospetto ce l'ho, ma non ho prove. Toccherà a chi fa le indagini accertare».



«Comunque - conclude la madre di Fortuna - non me ne vado da questo quartiere.
Ho paura, ma la voglia che ho di giustizia è più grande. Resto, anche se con me ho solo i miei familiari».
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