Avevano allestito una piantagione di cannabis in casa: arrestati tre studenti

Avevano allestito una piantagione di cannabis in casa: arrestati tre studenti
di Viviana Lanza
Mercoledì 27 Maggio 2015, 21:45
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In casa coltivavano una vera e propria piantagione di cannabis. «Ci urtava dare agli spacciatori i soldi della paghetta settimanale dei nostri genitori» si sono giustificati i tre studenti arrestati dai carabinieri della stazione Quartieri Spagnoli e accusati di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.



Sono tre insospettabili, tre ragazzi di buona famiglia, studenti dell’Università Parthenope di Napoli. Uno è iscritto a Biologia e due alla facoltà di Scienze, imprese e management. Sono J. C. M, 25enne di Castelvolturno, E.M.E., di 22 anni, e F.C, di 21, entrambi di Napoli (Camaldoli e Vomero). Uno degli arrestati si era anche diplomato in America in coltivazione di cannabis a scopi terapeutici.



Tutti e tre avevano competenze tali da riuscire ad allestire, nell’appartamento ai Quartieri che condividevano, una serra curata in modo maniacale e dotata di tutte le attrezzature necessarie per coltivare al meglio piantine di marijuana e confezionare dosi.



Al momento dell’arresto, e durante la perquisizione, hanno ostentato ai carabinieri la loro competenza in materia e fornito una descrizione dettagliata e «professionale» su origine e diffusione delle diverse varietà delle piante coltivate.



Ora sono rinchiusi in una cella del carcere di Poggioreale in attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria competente. Il loro arresto ha colto di sorpresa le famiglie, tutti professionisti stimati e conosciuti, e gli stessi vicini di casa dei ragazzi che fino ad allora non avevano mai avuto sospetti e solo dopo aver saputo dell’arresto hanno realizzato cosa generasse quello strano odore che proveniva da una finestra e il frequente andirivieni di ragazzi.



«Ecco perché quel viavai continuo» ha esclamato uno dei condomini alla vista dei carabinieri che portavano via dall’appartamento degli studenti le piantine sequestrate. «Ora capisco cosa generava quell’odore così strano che si sentiva spesso» gli ha fatto eco un altro.



L’appartamento è nel cuore dei Quartieri Spagnoli. I carabinieri sono arrivati lì dopo aver avuto dei sospetti. Quando hanno fatto irruzione si sono trovati di fronte a una casa trasformata in una serra perfettamente gestita.



C’erano oltre due chili e mezzo di piantine di marijuana di tre varietà diverse, una scatola con 49 grammi di “Orange hill golden”, una scatola con 97,7 grammi di “Dinachem hydro e una scatola con 27,7 grammi di “Hotel lacher wien”.



C’era anche tutto l’occorrente per coltivarle: 11 vasi di plastica contenenti terriccio e principi per la coltivazione, due plafoniere in alluminio con lampade alogene, un timer per l’attivazione dell’impianto di illuminazione, tre tubi flessibili in alluminio e fil di ferro per l’impianto di aerazione e un ventilatore modello 150 Vko per forzare il flusso di aria nei tubi, rivestimenti di cellophane per dare la giusta umidità all’ambiente e fili predisposti per far asciugare e essiccare la marijuana.



C’era inoltre materiale che serviva a confezionare dosi, il che ha determinato il sospetto che la coltivazione non fosse soltanto per uso personale come hanno cercato di giustificarsi i tre studenti, ma anche per fini di vendita.



Nella casa sono stati sequestrati due bilancini di precisione digitali, un secchio dove una pianta di marijuana era stata messa a macerare in una soluzione liquida per estrarre principi attivi per confezionare hashish, una cassetta di metallo con una cinquantina di bustine monodosi di cellophane e una scatola con oltre 820 euro in contanti in banconote di vario taglio (22 da dieci euro, 20 da venti, 4 da cinquanta e 10 da cinque).
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