Incidente sulla Statale: «Non erano abituati all'alcol, un bicchiere in più può uccidere»

Incidente sulla Statale: «Non erano abituati all'alcol, un bicchiere in più può uccidere»
di Francesco Gravetti
Martedì 4 Agosto 2015, 08:24 - Ultimo agg. 08:56
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OTTAVIANO - «Fratellino, riprenditi al più presto». Affida a Facebook il suo appello il fratello minore di Arcangelo Ambrosio, il 21enne coinvolto nell’incidente all’alba di domenica sulla statale 162 a Cercola, che gli è costato l’amputazione della gamba (e la morte dell’amico e compagno di viaggio, Gaetano La Marca di 19 anni). Arcangelo è giovanissimo ma il destino gli ha affidato già una lunga serie di responsabilità: ha perso il padre Franco lo scorso mese di dicembre e poco dopo, a marzo, uno zio al quale teneva molto. Si è ritrovato improvvisamente capofamiglia e imprenditore: assieme alla madre ha preso in mano le redini della piccola azienda tessile di via Giugliani, a San Gennarello di Ottaviano, e l’ha portata avanti con fatica e sacrifici.



Fanno i fasonisti, gli Ambrosio: effettuano il confezionamento di capi d’abbigliamento per conto terzi. Poche decine di dipendenti e il tentativo di sconfiggere la concorrenza dei cinesi, che nell’area vesuviana è temibilissima. Tra i dipendenti, il povero Gaetano La Marca di San Gennaro Vesuviano, morto nello schianto di domenica mattina. Ma Arcangelo non era solo il suo datore di lavoro: i due erano diventati amici inseparabili. Feste e partite di calcio: sempre insieme. Ora Arcangelo non ha una gamba ed è in stato di choc all’ospedale Loreto Mare di Napoli, ma a San Gennarello, popolosa frazione di Ottaviano, parenti e amici rassicurano: «È uno con la testa sulle spalle, non uno scapestrato. Descriverlo come un ubriaco è sbagliato». Spiega un imprenditore della zona: «Se da queste parti fai una vita irregolare si viene a sapere subito e, soprattutto, la tua azienda va a rotoli in un attimo. La concorrenza è spietata: per tenere in piedi le piccole fabbriche a conduzione familiare ci vuole accortezza e Arcangelo ce l’ha, non è un incosciente».



Un suo cugino, omonimo, è stato tra i primi a raggiungere l’ospedale domenica mattina per verificare le sue condizioni di salute: «Non è il tipo che beve molto o che si lascia andare a comportamenti sballati. È stato il divertimento di una serata a fregarli, non sono ragazzi abituati ad ubriacarsi, ad alzare il gomito. Si è trattato di un episodio isolato, una fatalità», ha spiegato agli amici che telefonavano per accertarsi delle condizioni del giovane. Lo strappo alla regola di una notte ha determinato la tragedia, dunque: i ragazzi tornavano da una festa di compleanno a Casalnuovo quando Arcangelo ha perso il controllo della Punto che si è ribaltata rimanendo al centro della carreggiata. A quel punto sarebbe sopraggiunta una seconda auto, una Golf, che ha travolto i tre nel frattempo scesi dalla macchina.



Il primo ad essere stato preso sarebbe stato proprio Arcangelo, poi è toccato a Gaetano, inutilmente tirato dal cugino, l’altro Gaetano, 22enne di Poggiomarino, ricoverato al Cardarelli e non in pericolo di vita, che si è accorto dell’arrivo dell’auto. Alla luce di questa ricostruzione, effettuata dai carabinieri, Arcangelo Ambrosio rischia ora un procedimento penale per omicidio colposo, lesioni colpose aggravate e guida in stato di ebbrezza. Sono stati gli stessi militari, infatti, ad aver comunicato che l’alcol test effettuato sul conducente è risultato positivo: tre volte superiore ai limiti consentiti dalla legge, 1,60 grammi per litro (0,50 valore massimo consentito).



Indagato anche il giovane alla guida della Golf, con l’accusa di omicidio colposo e lesioni aggravate. Ma l’inchiesta è appena agli inizi: ieri le forze dell’ordine hanno effettuato ulteriori sopralluoghi sul posto dove è avvenuto l’incidente, altri rilievi che servono a chiarire meglio la dinamica dell’impatto.



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