Coniugi uccisi in Campania. La rabbia e i dubbi dei familiari: non può essere delitto passionale

Coniugi uccisi in Campania. La rabbia e i dubbi dei familiari: non può essere delitto passionale
di Rosa Palomba
Martedì 21 Aprile 2015, 13:06
2 Minuti di Lettura
Napoli. Nessuna parola contro nessuno. Nel frastuono della tragedia solo accenni di dolore e di sgomento. Commenti appena sussurrati nel quartiere Materdei. E qui a piazzetta De Leva, intorno al palazzo di Luigi Simeone le facce sono scure. Poca voglia di parlare, tanto riserbo e un grande bisogno di sapere. Di conoscere la verità sulla morte del tassista e di sua moglie.



I parenti delle vittime sono riuniti a Napoli, nell'abitazione di Franco e Anna Simeone, i genitori dell'uomo ucciso con sua moglie nella notte tra sabato e domenica nelle campagne di Giugliano a ridosso dell'ex discarica Riconte ed ex cava Monticelli. Luigi e Immacolata ammazzati con la stessa dinamica: proiettili alla testa. Forse non da una sola mano. Un mistero che ha il sapore dell'esecuzione, della vendetta. Colpiti e gettati nel dirupo della Monticelli a oltre trenta metri sotto il livello della stradina di campagna senza sbocco.

«Per favore non parlate di delitto passionale - dice Rosario Tammaro, il cognato del tassista ucciso - Luigi e Immacolata erano una coppia tranquilla, facevano la loro vita dignitosa. Nessuno dei due ha mai accennato a eventuali problemi. Ci sono tanti dubbi a cui gli inquirenti devono dare risposte». Nessun allarme né sospetti, dunque: «Siamo confusi - aggiunge Rosario Tammaro - siamo di fronte a una tragedia che neanche lontanamente avremmo previsto e che ancora non riusciamo a immaginare. Gli altri tassisti colleghi di Luigi hanno detto la verità: era un lavoratore tranquillo, una persona serena e disponibile».



Nel 1998 il trasferimento a Melito, a meno di un chilometro dalla metropolitana di Giugliano e a ridosso di Napoli. Lei casalinga, lui in servizio al Radio Taxi del capoluogo, dove continuava la loro vita fatta di amici e parenti. La loro presenza a Melito era discreta: una vicina di casa della coppia dice che li conosceva, «erano tranquilli». Pochi altri li ricordano nella città dove si erano trasferiti dopo aver acquistato una casa che considerando i prezzi, a Napoli non avrebbero mai potuto permettersi.

«È stato un duplice omicidio - continua Rosario Tammaro - sono stati uccisi come si fa nella malavita. Qualcuno deve spiegarci il perché. Perché si trovavano in quel viottolo di campagna e come mai i killer non hanno distrutto o fatto sparire il taxi».





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