Coop, l'inchiesta si sdoppia. A Napoli il caso Ferrandino

Coop, l'inchiesta si sdoppia. A Napoli il caso Ferrandino
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 24 Aprile 2015, 09:17 - Ultimo agg. 09:26
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A Modena i presunti corruttori, a Napoli il sindaco ritenuto corrotto. A volerla ridurre in una sintesi estrema, è questo lo sbocco delle indagini sulla Concordia, il gruppo di coop radicato in Emilia con affari in mezza Italia. È il Tribunale del Riesame a «spacchettare» le indagini condotte a Napoli su appalti e presunte mazzette a carico di funzionari pubblici, con provvedimenti che hanno un doppio esito: il caso del sindaco di Ischia Giuseppe «Giosi» Ferrandino resta a Napoli; mentre a Modena finisce il fascicolo in cui sono coinvolti i vertici della Concordia. Ma andiamo con ordine, alla luce degli ultimi due provvedimenti firmati la scorsa notte dai giudici del Riesame (collegio presieduto dal giudice Luigi Esposito): difeso dai penalisti Alfonso Furgiuele, Roberto Guida e Gennaro Tortora, Giosi Ferrandino lascia la cella di Poggioreale, dove era detenuto dallo scorso 30 marzo. Va ai domiciliari, nella sua Ischia, a distanza di un giorno dalla revoca delle sue dimissioni da fascia tricolore; per lui, il Riesame non ha ritenuto opportuno trasferire gli atti a Modena, ritenendo che la competenza territoriale sia Napoli, in uno scenario in cui i giudici si sono convinti a concedere il beneficio dei domiciliari, dopo aver derubricato l’accusa da corruzione al reato meno grave di corruzione per l’esercizio della funzione; resta a Napoli anche la posizione di Silvano Arcamone, dirigente del settore tecnico del comune di Ischia, finito ai domiciliari nella retata dello scorso 30 marzo.

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