Appalti per la metanizzazione, sei arresti per collusione con il clan dei Casalesi

Appalti per la metanizzazione, sei arresti per collusione con il clan dei Casalesi
di Viviana Lanza
Venerdì 3 Luglio 2015, 09:09 - Ultimo agg. 4 Luglio, 09:39
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NAPOLI -La metanizzazione del cosiddetto bacino Campania 30 è al cuore dell’inchiesta che ruota attorno alla Cpl Concordia, la politica e il clan dei Casalesi e ha portato questa mattina a quattro misure cautelari in carcere, due ai domiciliari e all’iscrizione nel registro degli indagati, senza che nei loro confronti sia stata richiesta alcuna misura cautelare, dell’ex parlamentare Pd Lorenzo Diana e dell’ex sindaco di San Cipriano d’Aversa Angelo Raffaele Reccia per l’ipotesi di concorso esterno in associazione camorristica.

In particolare, Diana, in quanto membro della Commissione permanente Lavori pubblici e Comunicazioni tra il 1996 e il 2001, e Reccia, in qualità di sindaco del Comune del Casertano all’epoca dei fatti, si sarebbero accordati con Antonio Piccolo, indicato come referente del clan Zagaria per la gestione della metanizzazione nell’agro aversano.

L’accusa si concentra sulla scelta delle imprese a cui affidare i lavori e la manutenzione della rete, ipotizzando che si tratti di ditte in odore di camorra.

Per Antonio Piccolo, imprenditore, è stata disposta la misura cautelare in carcere. In cella anche l’imprenditore Claudio Schiavone, sospettato di essere stato un referente locale per conto dei Casalesi, fazione Schiavone. Altri due provvedimenti cautelari in carcere sono stati disposti per Roberto Casari, ex presidente della Cpl Concordia, e per Pino Cinquanta, ex responsabile commerciale della società, indagati per concorso esterno in associazione camorristica per i presunti contatti con esponenti della camorra durante i lavori per la metanizzazione eseguiti in sette comuni del Casertano. La misura degli arresti domiciliari è stata decisa per Pasquale Matano, ex responsabile di esercizio di Cpl, e Giulio Lancia, ex responsabile di cantiere.

L’inchiesta è condotta dai pm Cesare Sirignano, Catello Maresca, Francesco Curcio e Maurizio Giordano con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia come l’ex boss Antonio Iovine e Nicola Panaro sono al centro delle accuse dalle quali gli indagati avranno ora tempo e modo di difendersi, chiarendo la propria posizione nella vicenda. La Concordia, società del settore energia, ha sempre ribadito di aver agito con correttezza.

Sempre nella mattinata, l’ex senatore Lorenzo Diana è stato raggiunto da una misura cautelare di divieto di dimora in Campania e misura interdittiva dall’esercizio di pubblici uffici o servizi nell’ambito di una diversa inchiesta che riguarda altre vicende. L’accusa in questo caso è di abuso d’ufficio in concorso con il sostituto procuratore della Federcalcio Manolo Iengo, destinatario di un divieto di dimora in Campania. La vicenda riguarda un certificato che si presume falso e che Diana avrebbe chiesto a Iengo per far risultare un’esperienza da dirigente sportivo presso la Frattese, società calcistica di serie D nel curriculum del figlio dell’ex senatore che doveva partecipare ai corsi da dirigente organizzati dalla Figc.

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