Dai fiori all'olio, ecco i nuovi business dell'agromafia

Dai fiori all'olio, ecco i nuovi business dell'agromafia
di Antonio Menna
Mercoledì 1 Aprile 2015, 10:17 - Ultimo agg. 11:03
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NAPOLI - La camorra ha le mani sporche di terra. Ammonta a oltre 15 miliardi di euro il volume d’affari dei clan criminali nelle aziende del settore agricolo e alimentare. A calcolarlo è il rapporto Eurispes, condotto insieme con la Coldiretti. Non solo i Fabbrocino dell’area nolana, a cui ieri gli uomini della Dia hanno sequestrato, tra le altre, anche imprese del settore florovivaistico. Ma buona parte delle organizzazioni criminali attive sul territorio, soprattutto quelle tra Napoli e Caserta, utilizzano le imprese agricole, sia della produzione che della vendita all’ingrosso, per ripulire soldi sporchi. Un modello che trova origini nella mafia siciliana, da sempre più attenta alle vie agricole che a quelle commerciali per il riciclaggio dei capitali illeciti provenienti da droga ed estorsione. «Il fenomeno delle agromafie – conferma la Coldiretti – viene da lontano. Lo stesso sistema della criminalità organizzata trae origine dalle mafie del latifondo, dei gabellieri e dell’abigeato, per poi diventare vera e propria criminalità economica».



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