De Luca: «Stop all'emorragia di giovani che fuggono dalla Campania e cancellare l'idea del padrino»

De Luca: «Stop all'emorragia di giovani che fuggono dalla Campania e cancellare l'idea del padrino»
Lunedì 30 Novembre 2015, 12:20 - Ultimo agg. 12:44
2 Minuti di Lettura
«Fermare l'emorragia di giovani che dalla Campania vanno nel resto d'Italia e d'Europa»: è questa per Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, «la questione sociale più rilevante». Intervenuto alla presentazione del primo bilancio sociale dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, De Luca ha ricordato i «due impegni programmatici».

«Il primo è coprire al 100% tutte le borse di studio per tutti gli studenti meritevoli - dice - In Campania solo il 40% degli studenti meritevoli riceve la borsa di studio e dopo magari due i tre anni. Il mio impegno è coprire al 100% le borse di studio con un meccanismo di pagamento rapido».

Il secondo è «un sistema di trasporti che agevoli la frequenza universitaria. In questi due campi - sottolinea - siamo impegnati con i rettori andare una mano anche con i fondi europei per voltare pagina». Parlando dell'Ateneo federiciano, De Luca dice: «Questa é una delle più grandi istituzioni culturali. Per noi è una occasione per ribadire un impegno straordinario verso l'università e i programmi di formazione dei nostri giovani».

«È devastante l'idea che il merito, il sacrificio, la professionalità conteranno il 10% perché per il 90% conterà avere un padrino-protettore, politico o meno», ha aggiunto il governatore De Luca, alla presentazione del primo bilancio sociale dell'Università Federico II di Napoli. «L'idea ancora presente nelle teste dei ragazzi - ha affermato - è che alla fin fine nel nostro Paese vai avanti se trovi un padrino-protettore politico o meno».

«Dobbiamo sconfiggere questo stato di cose che mortifica, offende, umilia - ha aggiunto - le giovani generazioni». «Dobbiamo stringere i denti perché non sarà facile - ha concluso - ma con scelte necessarie riusciremo a creare le condizioni per avere lavoro qui e non nel resto d'Europa».
© RIPRODUZIONE RISERVATA