Delitto di via Caravaggio | Zarrelli: non posso difendermi sono vittima di una vendetta

Delitto di via Caravaggio | Zarrelli: non posso difendermi sono vittima di una vendetta
Sabato 30 Agosto 2014, 02:37 - Ultimo agg. 10:08
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«Questa vicenda è assurda. Assurda: e sa perché? Oggi sono costretto a subire una gogna mediatica allucinante senza nemmeno essere indiziato e tantomeno indagato di nulla: il che significa che sono nella materiale impossibilità di difendermi da accuse infamanti e costretto nel contempo ad apparire per quello che invece una sentenza definitiva pronunciata dai giudici della Cassazione ha escluso pienamente, dichiarandomi innocente».

Domenico Zarrelli appare provato. Le notizie della riapertura di un fascicolo sulla strage di via Caravaggio, con gli sviluppi che ne sono conseguiti dopo che un esposto anonimo aveva indirizzato gli inquirenti a ricercare le prove del suo dna su alcuni reperti ancora catalogati e conservati negli uffici del Tribunale di Napoli, lo hanno segnato profondamente. Comprensibile. Tanto più perché sono trascorsi 39 anni dalla strage di via Caravaggio, 36 dalla condanna all'ergastolo in primo grado, sentenza poi riformata - nel 1985 - dalla Suprema Corte di Cassazione. E altri nove anni sono trascorsi dal giorno in cui gli è stato riconosciuto l'indennizzo per i danni morali e materiali subìti in conseguenza dell'ingiusta detenzione.



Avvocato Zarrelli, come si sente?

«E me lo chiede?»



C'è una nuova inchiesta sulla strage di via Caravaggio. E ci sono i risultati del dna...

«Sono vittima di una vendetta. Si tratta di una vendetta della Procura maturata in conseguenza di quella che resta la verità processuale confermata da sentenze passate in giudicato. Atti che riuscirono a smascherare le frodi processuali e i falsi che all'epoca vennero posti in atto dolosamente. E dei quali io ho subìto già pesantissime conseguenze!».





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