Luca de Filippo, l'addio di amici e ammiratori
Napolitano: ha lottato contro la timidezza
​Lina Wertmüller: «Uomo amato da tutti»

Luca de Filippo, l'addio di amici e ammiratori Napolitano: ha lottato contro la timidezza ​Lina Wertmüller: «Uomo amato da tutti»
Lunedì 30 Novembre 2015, 14:42 - Ultimo agg. 1 Dicembre, 12:39
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Un fiume di amici ed estimatori al Teatro Argentina per un ultimo saluto a Luca De Filippo scomparso venerdì scorso. L'intera cerimonia è stata trasmessa in diretta video sul Mattino.it. Commosso il ricordo di Raffaele La Capria, di Lina Wertmüller e del cugino Luigi de Filippo. Spazio anche ad un omaggio sonoro preparato da Nicola Piovani ed Antonio Sinagra, al ricordo dei giovani di Nisida. Presente anche Giorgio Napolitano.

Tanta emozione in teatro quando tra le tante melodie che hanno accompagnato la cerimonia si è sentita la voce di Luca De Filippo che cantava un classico della canzone napoletana: «'O Surdato 'Nnammurato». Sulla bara una maschera di Pulcinella e due rose rosse mentre sullo schermo scorrono foto di scene e foto di vita. A seguire Antonio Murro con la canzone 'Nfunno a lu mare, seguita dal ricordo del regista Marco Tullio Giordana.

Giorgio Napolitano: «Ho il ricordo di un ragazzo conosciuto più di 50 anni fa nel camerino di Eduardo. Ha lottato a lungo con la sua timidezza per superarla e diventare il grande attore che è diventato».

La moglie, Carolina Rosi. «Sono tante le cose da dire su Luca. Faceva parte di un mondo arcaico che sta scomparendo. Mio padre aveva grande stima non solo personale ma anche professionale di Luca. Riconosceva in lui uno spessore artistico enorme e una grande versatilità. Si sono divertiti tanto insieme. Credo nella sincerità dei sentimenti e nella umanità che li muove, così come era Luca. È sempre stato una persona, quasi non un teatrante».


Raffaele La Capria: «Luca ha portato avanti una lotta per la libertà di essere se stesso. Una lotta che lo ha impegnato totalmente e che lui ha vinto. L'uomo Luca e l'attore Luca saranno ricordati per la capacità di elaborare una riconoscibile forma di recitazione ed uno stile proprio. Quando si dice che il compito di un artitsta è quello di rinnovare la tradizione con il talento individuale, posso affermare che questo lo ha fatto Luca de Filippo. Una impresa non facile quando la tradizione è rapprensentata dalla famiglia a cui si appartiere. Se ne è liberato, ma senza tradirla. Sia reso onore alla sua costanza e alla sua bravura».

Toccante lettera del cugino, Luigi de Filippo, figlio di Peppino: «Caro Luca - negli ultimi anni ci siamo visti un po' più spesso. Abbiamo portato avanti un teatro di grande tradizione, un teatro che diverte e che fa pensare, un teatro che ci hanno insegnato i nostri maestri. Raccontiamo la lotta quotidiana dell'uomo per dare senso alla nostra esistenza. Abbiamo raccontato ai giovani il nostro teatro per prepararli al loro futuro. Perché in popolo senza passato non ha futuro».

Il ricordo del cugino continua: «Oggi tanti applausi del popolo e della gente comune sono rivolti a Luca ma anche a tutta la famiglia De Filippo per quello che ha fatto al teatro. L'ultima volta che ci siamo incontrati le persone lo chiamavano Maestro. Lui si imbarazzava ma poi confidava "mi fa piacere". Quando ringrazierò il pubblico ringrazierò te, Luca. E pure a me "non me piace o presepe". Luca non era solo generoso, ma anche un grande artista. Era un grande napoletano, un grande De Filippo».

Il ricordo della regista Lina Wertmüller: «Non so perché, ma oggi mi vengono in mente i versi di Garcia Lorca. Sono qui per amore, mai avrei pensato di ritrovarmi davanti a questa cassa. Luca aveva un padre così importante, essere figli di un padre così non è facile. Oltre ad essere figlio di quel padre era anche un uomo pieno di qualità. Bellissimo, alto, elegantissimo. Siamo in tanti oggi a pensarla così perché il teatro è pieno. L'unica fregatura è stata questa, la più grossa Molti lo hanno amato e molti ancora lo amano oggi. Ci sono molte frasi di circostanza che si dicono in questi casi, vorrei non usarne però».

Lina Sastri. «Non ho parole sono molto commossa. Forse Luca era stanco, come lo siamo tutti, di un mondo che non ci corrisponde. Non siamo vecchi ma abbiamo visto un mondo migliore».


Luciano De Crescenzo. «Io sono stato fortunato nella mia vita. Potevo nascere ovunque. Invece ho avuto la fortuna di nascere in Italia e soprattutto di nascere a Napoli. Ho visto Eduardo e l'ho conosciuto. Ora, però mi commuovo e non posso fare altro se non dare un ultimo saluto al padre e al figlio».

Carlo Giuffrè: «Con Luca finiscono i grandi De Filippo. È ingiusto: lui doveva restare al mondo, non io a 87 anni. È curioso il nostro destino io entravo in compagnia con il padre e lui usciva. Non abbiamo mai recitato insieme, ma ci chiamavamo sempre e ci sentivamo continuamente in questi anni. L'ultima volta, per un'attrice napoletana a cui voleva assegnare una commedia. Io non ero d'accordo sulla scelta e così ci confrontavamo. Aveva 20 anni meno di me, non era molto espansivo, ma serio ed educato. Anche generoso, perchè in questi anni mi ha sempre concesso di interpretare tutte le commedie di suo padre Eduardo. Mi diede anche 'Natale in casa Cupiello'», forse il testo più emblematico di Eduardo, al tempo recitato anche insieme a Luca, proprio nel ruolo di padre e figlio. In scena - prosegue - era bravo come il padre. Gli assomigliava anche molto. Sì, è vero - risponde sorridendo Giuffrè - ma quel duello fra noi non c'è mai stato. Ci legavano affetto e stima reciproca. Gli volevo molto bene e lui doveva stare al mondo oggi. Con Luca sono finiti tutti i grandi De Filippo».

Il ricordo di Christian de Sica: «Ho visto Luca 20 giorni fa al teatro Augusteo. Dopo il suo spettacolo siamo andati a mangiare con Aurelio de Laurentiis. Era in forma. La sua è stata una morte che nessuno si aspettava. A Napoli, ricordo, le persone lo chiamavano Luca. Così come chiamavano suo padre Eduardo».

Enzo Decaro: «Era un grande ricercatore aveva l'entusiasmo di uno 'studentè del teatro, come quando recitò Molière in napoletano».

Vincenzo Salemme: «Eravamo molto amici, abbiamo girato l'Italia insieme dal '77 al '92 in tournèe, quando le tournèe si facevano per otto nove mesi, come il militare. Aveva l'idiosincrasia per il convenzionale, amava l'originalità».

Sergio Assisi: «Per me è stato di grande ispirazione nei mesi in cui abbiamo lavorato insieme ad un film di Lina Wertmuller. Interpretava mio padre e mi ha regalato molti consigli per la vita e la carriera».

Bassolino: «Con Luca ho avuto tanti rapporti soprattutto quando ero sindaco e il Comune acquisì il San Ferdinando. Tanti i miei ricordi, uno riguarda suo padre Eduardo e l'ultima sua interpretazione al San Ferdinando prima che chiudesse. Ricordo che ero con Pietro Ingrao che era un vero appassionato di teatro. E il suo teatro è rimasto quello a cui dare massima attenzione. Con Luca ho avuto un rapporto personale molto stretto. Era una bella persona, come si dice a Napoli un «signore» un artista serio come ha detto La Capria. Si portava un peso enorme sulle spalle quello di Eduardo ma è riuscito con eleganza e sobrietà a diventare solo Luca così come suo padre Eduardo, con l'impegno di tanti anni. Quando ero sindaco sono andato sul loro isolotto di fronte Massa Lubrense. L'ultima volta lo avevo abbracciato a gennaio quando è morto Francesco Rosi. Il mio auspicio è che la città si unisca nel ricordo di Luca per portare avanti i suoi progetti e quelli nel nome di Eduardo. Maggioranza e opposizione devono essere uniti nel nome di Luca, oggi e domani chiunque ci sarà. Luca è stato figlio di Eduardo ma anche figlio di Napoli che amava con la mente e con il cuore.

Marisa Laurito: «Luca era una persona allegra. Era scanzonato, attento preciso ma mai noioso. Era un uomo più che timido, discreto».

Maurizio Casagrande: «La cosa più drammatica è pensare che con Luca va via un pezzo di storia di Napoli. La storia bella di Napoli. La storia viva e vera della città. Ora dovremo trovare un nuovo portavoce di tutto questo».

Vincenzo Salemme: «Luca mi ha fatto vivere momenti meravigliosi. E per questo lo ringrazio. Mi dispiace averlo perso, non era il momento, non è mai il momento. Ci mancherà»

Presenti i gonfaloni del Comune di Napoli e della Regione Campania. Tra i primi ad arrivare, oltre ai familiari Gianfelice Imparato, Vincenzo Salemme Maurizio Scaparro, Paolo Sorrentino e Maurizio Casagrande.

In teatro Lello Arena, Lina Sastri, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Roberto Cicutto (presidente Istituto Luce Cinecitta), Marco Tullio Giordana, Franco Carraro, Gianni Letta e Sergio Rubini.