Fedeli in rivolta su Facebook: «Vogliamo eleggere il parroco»

Fedeli in rivolta su Facebook: «Vogliamo eleggere il parroco»
Giovedì 2 Luglio 2015, 09:11 - Ultimo agg. 09:17
3 Minuti di Lettura
PIANO DI SORRENTO. La mobilitazione scatta ancora una volta su Facebook. «Sono nove anni che la comunità di San Michele è senza parroco: chiediamo al vescovo indire le elezioni immediatamente», scrive un internauta. Come lui sono tanti i fedeli di Piano che chiedono a gran voce di scegliere il nuovo parroco attraverso il voto, un privilegio di cui i membri di sette comunità religiose della penisola sorrentina godono all’incirca da 800 anni. Stavolta, però, a dare la stura alle polemiche è il nono anniversario della nomina dell’ex parroco, don Arturo Aiello, a vescovo della diocesi casertana di Teano-Calvi.



Da quell’ormai lontano 30 giugno 2006 la parrocchia di San Michele è retta da don Pasquale Irolla in veste di amministratore: una sorta di «facente funzioni», nominato dall’allora arcivescovo Felice Cece e non eletto dai fedeli come invece prevede il diritto canonico. Ed è proprio su questo aspetto che si appuntano le critiche dei fedeli. «Sono nove anni che la parrocchia di San Michele è senza parroco, nove anni che attendiamo di esercitare il nostro diritto alle elezioni», continua l’utente su Facebook.



Nel mirino ci sono due rappresentanti della Chiesa locale. Il primo è proprio don Pasquale Irolla, bollato addirittura come «usurpatore»: «Da nove anni il ruolo di parroco è ”provvisoriamente” occupato da un amministratore – si legge ancora su Facebook – ma quando una carica provvisoria si protrae per tanto tempo, il suo titolare diviene un usurpatore». Parole durissime anche per l’arcivescovo Francesco Alfano, alla guida della diocesi di Sorrento-Castellammare dal marzo 2012: «Gli chiediamo con forza di porre fine a questa situazione di illegalità e di non rendersi complice di un usurpatore».



Sulla questione i vertici della Curia sorrentino-stabiese non si sbottonano. «No comment», queste le uniche parole che trapelano dall’entourage di monsignor Alfano. Che, adesso, si trova a fare i conti con l’ennesima mobilitazione per il diritto di patronato. Il privilegio di eleggere il parroco è riconosciuto da tempo immemorabile a sole 21 comunità religiose in tutto il mondo, sette delle quali in penisola sorrentina: quella di Santa Maria del Lauro a Meta, quelle di San Michele, di Mortora e della Trinità a Piano, quelle di Sant’Agnello e di Trasaella a Sant’Agnello e, infine, quella di Casarlano a Sorrento.



Nei mesi scorsi la protesta era divampata soprattutto a Meta, dove i fedeli si erano addirittura costituiti in un comitato per dare voce alle loro richieste. Una delegazione di tre persone aveva incontrato l’arcivescovo Alfano per chiedergli di indire le elezioni nella parrocchia di Santa Maria del Lauro, alla quale don Gennaro Starita si appresta a dire addio per sopraggiunti limiti di età. Alfano si era impegnato a sottoporre la questione al Consiglio presbiterale diocesano e a prendere una decisione in tempi brevi. Per sollecitare l’apertura delle urne e dire no alla nomina di un amministratore parrocchiale, i fedeli di Meta avevano raccolto più di 400 firme e si erano detti pronti a rivolgersi direttamente al segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Da quel momento, però, sulla questione del diritto di patronato era calato il silenzio e il movimento di protesta sembrava aver perso forza. «La Curia non creda di far cadere la vicenda nel dimenticatoio – aggiunge uno degli animatori del comitato per la difesa del diritto di patronato – I fedeli continueranno a vigilare e a impegnarsi perché la loro prerogativa venga rispettata».