Danni a scuola, nessuno paga. Raid in altri istituti napoletani

Danni a scuola, nessuno paga. Raid in altri istituti napoletani
di ​Elena Romanazzi
Giovedì 27 Novembre 2014, 10:30 - Ultimo agg. 17:54
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La miscela letale è l’assenza del ruolo educativo dei genitori coniugato ad un eccessivo permissivismo buonista diffuso dentro le scuole. Il risultato di questa situazione è che si dimentica il significato della definizione «Scuola pubblica di Stato» con i valori etici ed educativi che ne sono stati alla base sino qualche generazione fa. Maria Filippone è la preside di uno dei licei storici di Napoli, il Genovesi, scuola che l’anno scorso ha vissuto una stagione pesante e difficile, di occupazione e devastazione. Eccesso di buonismo, lo definisce. Ora ci vuole un cambio di passo. «Ascoltare i giovani - spiega - non può significare rendersi vittime e sacrificarsi alla logica, tanto si è sempre fatto».

Non ci può più essere un punto di vista di «rassegnata tolleranza al rito dell’occupazione».

Solo al Genovesi, i ragazzi che quest’anno devono fare l’esame di maturità hanno saltato, nei quattro anni precedenti, ben 700 ore di lezione, ovvero quasi un anno. Irrecuperabile. È l’esempio di quanto accade nelle scuole. Non in tutte. Ma la rabbia degli studenti è percepibile - aggiunge qualche altro preside - nei confronti del mondo, della società.

Il bisogno da parte degli studenti di realizzare le proprie aspirazioni si trasforma in gesti fuori controllo che non portano a nulla se non a fare dentro l’aula quello che non si riesce a realizzare all’esterno. Le regole - spiega - devono essere chiare e nette, per quanto mi riguarda chi rompe paga e se vengono individuati i responsabili scatta il meccanismo delle sanzioni previsto nel regolamento di istituto. Il bilancio Si è iniziato prima quest’anno. Con la creolina in alcuni istituti. Un modo soft - è accaduto neanche venti giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico - per saltare le lezioni almeno per un paio di giorni, giusto il tempo di ripulire e aver l’ok dalla Asl di competenza. Poi il livello di tensione è aumentato.

La «Buona scuola», la scusa, o ancora il Jobs Act. Ed è partito il tam tam. Prima in provincia poi a Napoli. Attualmente sono 9 gli istituti superiori occupati in città e sette nella provincia. Meno rispetto all’anno scorso. Ed è positivo. Ma sul fronte dei danni prodotti in prevalenza da esterni la situazione è ben diversa e si tratta di un vero e proprio bollettino di guerra che ha dei costi elevatissimi per la collettività oltre che per le scuole. Perchè ciò che è tolto, conquistato a fatica con i fondi europei, difficilmente potrà essere acquistato. Il bottino del Galiani è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Al Vittorio Veneto hanno portato via 77 tablet imballati e 33 pc; al Mazzini 14 personal computer; al Puccini di Casoria sono sparite tutte le attrezzature informatiche, le Lim e notebook. In termini di soldi: migliaia e migliaia di euro gettati al vento. Sono stati mezzo milione di euro l’anno scorso i danni quantificati dalla Provincia, quest’anno siamo arrivati già a 300mila. E si spera che ci si fermi qui. Sicurezza aggirata Il fai da te, va per la maggiore. Chi può mette le porte blindate, presenti anche al Galiani. Altri hanno la videosorveglianza. Ma i responsabili dei molteplici gesti non sono mai stati incastrati. Sono scaltri. Preparati. Arrivano con le maschere in volto, o con i passamontagna e i guanti per non lasciare impronte.

Criminali a tutti gli effetti. E questo vale anche per chi getta la creolina. Pochi gli autori individuati ed effettivamente puniti. I vandali agiscono la notte - spiega il presidente dell’Anp Campania, Francesco De Rosa - e eludono qualunque sistema. Domani - aggiunge - avremo un incontro con il direttore scolastico regionale e il questore di Napoli per mettere a punto delle strategie. Abbiamo pensato - anticipa - di cercare di collegarci alla rete della pulizia, attivare dei sistemi anche a nostre spese per proteggere le scuole ma di sicuro il pattugliamento notturno deve essere potenziato. Videosorveglianza flop Il progetto c’era. Cento scuole supercontrollate e collegate alla centrale delle forze dell’ordine. Un milione di euro stanziato. Una mappa definita tra Napoli e provincia, ma mai andata in porto.

I fondi sono rimasti congelati dalla spending review. Non arriveranno mai e gli istituti non possono sottrarre i fondi propri (sempre più esigui) per destinarli alla sicurezza. Al Genovesi è stato ripristinato, nella sede di piazza del Gesù, il sistema di allarme. Basterà? Si spera di sì, anche se in queste ore c’è un gran fermento tra gli studenti. Il nodo sgomberi Rispetto al passato è arrivata una indicazione precisa dal Viminale.

Non è scritta o almeno a Francesco De Rosa, dell’Anp, non è stata data. Ma le forze dell’ordine, i militari dell’Arma dei carabinieri, hanno avvertito i dirigenti scolastici: se scatta l’occupazione non fate la semplice segnalazione, ma denunciate e chiedete lo sgombero. Fino ad ora c’è stata una grande collaborazione - sottolinea il direttore scolastico regionale Luisa Franzese - sono intervenuti. Ma non sempre. E al Galiani, al di là delle responsabilità che si spera vengano individuate, i fatti sono andati in maniera diversa. Lo sgombero non c’è stato.

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