Giugliano. Tortura il figlio con l’elettricità: «La moglie era piena di lividi»

Giugliano. Tortura il figlio con l’elettricità: «La moglie era piena di lividi»
Lunedì 5 Ottobre 2015, 08:52 - Ultimo agg. 08:53
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di Daniela De Crescenzo e Cristina Liguori

Varcaturo. Solo un uomo ammette di aver visto il corpo di lei segnato dalle botte. «In estate al mare quando era i costume i lividi erano evidenti», racconta. Nella palazzina di Licola dove l’orco abitava con la donna che lo ha denunciato e con i tre ragazzi, invece, nessuno si è accorto di niente. O almeno così dicono i vicini.

«L’altra mattina sono arrivati i carabinieri - spiega la donna che abita proprio sopra l’appartamento dell’uomo arrestato per violenze sulla moglie e il più grande dei figli - e mi hanno chiesto chi abitava al primo piano.

Il resto lo ho saputo dalla televisione. Quando ho visto le divise mi sono spaventata ho pensato che fossero arrivati con il mandato di arresto per mio figlio che ha una causa pendente. Non era così e mi sono sentita sollevata. Il resto non mi interessa».

Non ha visto niente la donna del piano di sopra, né quella del ballatoio accanto, non hanno visto Omar (il nome ovviamente è di fantasia) sul balcone annaffiato dall’acqua gelata, né hanno notato segni sul suo corpo nemmeno quelli della palazzina a fianco. Qua, in via Licola Mare, dove abitava fino a due giorni fa il torturatore, l’orrore è una abitudine. Lo squallore è talmente insopportabile da far sembrare quelli che solitamente chiamiamo quartieri ghetto, Scampia, Ponticelli, Secondigliano, quasi delle oasi di benessere: là ci sono chiese, e scuole, e centri culturali, e volontari che si dannano l’anima per dare una mano. In questa periferia dannata manca pure l’asilo, per trovarne uno bisogna fare qualche chilometro.

Fino a qualche anno fa c’era un centro anziani frequentatissimo da alcuni residenti, poi l’ultima amministrazione decise di chiuderlo. Troppo alti i costi di mantenimento, poca possibilità di tenerlo in vita, aperto e funzionante. Così l’unico presidio istituzionale, l’unica stanza che veniva usata da anziani, madri e bambini, sono state chiuse lasciando gli abitanti ancora più soli nel deserto.

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