Giustizia per Anatolij, presi i killer. Ucciso da due figli del boss

Giustizia per Anatolij, presi i killer. Ucciso da due figli del boss
di Fabio Scandone (inviato)
Domenica 6 Settembre 2015, 09:39 - Ultimo agg. 18:54
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Castello di Cisterna. La lingua mostrata da Gianluca Ianuale, 20, anni, e il gesto del dito medio del fratellastro Marco Di Lorenzo, 32 anni, killer di Anatolij Korol, il 38enne muratore ucraino ucciso sabato scorso sotto gli occhi della figlioletta perché colpevole di voler sventare una rapina nel supermercato Piccolo, sono quel che resta di un senso di sfida da figli di un boss nella caserma dei carabinieri «Dalla Chiesa» mentre i militari li scortano in macchina a sirene spiegate verso Poggioreale. Un incubo finito in piena notte in un casolare in una sperduta contrada montana calabrese presso Scalea, località Piano grande. Lì, braccati da giorni dai carabinieri di Napoli, Castello di Cisterna e Cosenza li hanno trovati in condizioni pietose, gli stessi abiti che domenica si erano cambiati per darsi alla fuga, e l’ombra di paura frammista ancora a iattanza deve aver lasciato ben presto il posto al sollievo quando i militari hanno intimato loro l’alt definitivo. Poi è arrivata la confessione: i due hanno ammesso di essere gli autori del raid. E fuori della caserma scattano gli applausi ai carabinieri di familiari e amici di Anatolij.

Sette giorni fa, esattamente, la tragedia nel supermercato: una settimana dopo le manette ai polsi dei due fratellastri grazie alla cooperazione strettissima tra i vari corpi dell’Arma, Cio, Ros e reparti sul territorio: una «azione corale» può sottolineare perciò con soddisfazione il generale Antonio De Vita, comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli che dedica le sue prime parole proprio ad Anatolij e al «suo senso di cittadinanza che l’ha indotto a un comportamento del genere e in particolare in un territorio ad elevata criticità», mentre di «un raid da professionisti» parla subito il procuratore capo di Nola Paolo Mancuso.

L’indagine non era facile perchè «attuata con tecniche da professionisti», è un concetto messo in evidenza anche dagli altri partecipanti all’incontro stampa: il colonnello dei carabinieri Luca Corbellotti, comandante del Gruppo carabinieri di Castello di Cisterna, il suo collega del Ros, il tenente colonnello Giovanni Fabi, e il maggiore Michele D’Agosto, sempre della Compagnia di Cisterna.

Ma come si sono svolte le cose nel supermercato Piccolo? Il film della tragedia parte dall’interno sera, con i due killer mascherati dai caschi che fanno irruzione nel locale. Particolari non da poco: i due erano clienti abituali del supermarket abitando al piano soprastante e Marco di Lorenzo aveva un braccio completamente cosparso di tatuaggi: una pistola, manette, tirapugni e una bomba a granata. Questo spiega, secondo i carabinieri, la necessità di un abbigliamento particolarmente adatto. Mimetizzati quanto basta a non farsi riconoscere, i due intimano di farsi dare l’incasso. Anatolij e la figlia sono nel locale e hanno da poco fatto la spesa. Il muratore ucraino s’accorge del tentativo di rapina, mette al riparo la piccola spingendola oltre la presumibile linea del fuoco e si avventa contro Marco Di Lorenzo che arma in pugno minaccia la cassiera. Ne nasce una violentissima colluttazione. I due finiscono a terra. La posta in gioco è il possesso della pistola. Di Lorenzo la tiene ben salda e Anatolij non riesce a strappargliela. Passano però minuti preziosi. Gianluca Ianuale s’innervosisce ed entra in azione. Con una penna si accanisce al collo di Anatolij ferendolo. Poi riesce a impossessarsi dell’arma. E a questo punto apre il fuoco. È la fine. I colpi si rivelano mortali per Anatolij. Quanti? «A noi risultano due», afferma il comandante dei carabinieri di Cisterna Corbellotti.

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