Gragnano, Re della pasta ferito. La pista: clan a caccia dei posti di lavoro

Gragnano, Re della pasta ferito. La pista: clan a caccia dei posti di lavoro
di Dario Sautto
Domenica 29 Novembre 2015, 10:20 - Ultimo agg. 30 Novembre, 09:05
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Castellammare. Indaga la Procura ordinaria, ma l’Antimafia è già stata allertata. Si fa sempre più spazio la pista che porta ad una richiesta estorsiva nei confronti dell’imprenditore gragnanese Ciro Moccia, il «re della pasta», gambizzato a colpi d’arma da fuoco nella notte tra venerdì e sabato mentre rientrava a casa. Proseguono senza tregua le indagini degli agenti del commissariato di Castellammarea; nessuna ipotesi è ufficialmente esclusa, ma gli inquirenti si sono concentrati dal primo momento sul racket.

Il fascicolo, aperto dal pm Emilio Prisco della Procura di Torre Annunziata guidata da Alessandro Pennasilico, potrebbe presto essere inoltrato alla Dda di Napoli per competenza, poiché gli indizi condurrebbero sempre più verso l’estorsione, con sfaccettature e scenari differenti. Gli episodi, infatti, sarebbero diversi. Sullo sfondo della sparatoria, alcune lettere anonime ricevute dalla famiglia Moccia, come racconta Susanna, sorella di Ciro e presidente dei Giovani imprenditori, in un’intervista al Mattino. Missive senza firma che erano già state portate all’attenzione degli inquirenti: poche righe ma dal contenuto chiaramente intimidatorio. Nel mirino erano finite le diverse attività che i Moccia conducono proprio nel Napoletano.

Si va dai supermercati Decò (tra cui anche quelli di Capri), al pastificio artigianale Fabbrica della Pasta di Gragnano, fino ad arrivare alla Locanda della Pasta, ultima «avventura» imprenditoriale di casa Moccia, che sorge nell’antico Pastificio Di Nola, dismesso e ristrutturato negli anni scorsi. Decine di possibili «posti di lavoro» che potrebbero essere finiti nelle mire dei clan di camorra della zona, pronti a vantarne pretese.

E la frase scritta di getto da Ciro Moccia sul suo profilo Facebook, a poche ore dall’inquietante episodio avvenuto in tarda serata in via Fratte a Castellammare, parla proprio di lavoro: «Troppe cose penso in queste ultime ore – ha scritto l’imprenditore – specie che in vita mia ho fatto sempre e solo del bene e creato posti di lavoro onestamente. Forse ho sbagliato?». Ma le estorsioni, in questo periodo, significano anche «pizzo di Natale». A meno di un mese dalle festività natalizie, infatti, gli emissari della camorra avrebbero cominciato a bussare alle porte di commercianti ed imprenditori questo scenario, si configurerebbe un’ipotesi ancora più agghiacciante, sulla quale le fonti investigative stanno effettuando valutazioni molto approfondite.