Teresa e Trifone, sequestrati altri oggetti in casa Ruotolo. Il messaggio del fratello su Facebook

Teresa e Trifone, sequestrati altri oggetti in casa Ruotolo. Il messaggio del fratello su Facebook
di Daniela Spadaro - Lucia Allocca
Venerdì 2 Ottobre 2015, 20:12 - Ultimo agg. 20:20
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Somma Vesuviana. Gli investigatori tornano a via Fornari, nell'abitazione sommese di Giosuè Ruotolo, il caporal maggiore al momento unico indagato per l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, la coppia di fidanzati uccisa a Pordenone lo scorso 17 marzo con sei colpi di arma da fuoco.

Analisi, sequestri e nuove perquisizioni nell'appartamento di famiglia e del nonno materno, a caccia di oggetti - avrebbero portato via effetti personali e accessori - e nuovi elementi che possano in qualche modo contribuire a stringere il cerchio attorno ad una vicenda che giorno dopo giorno si infittisce di particolari e colpi di scena.

L'ultimo di pochi giorni fa, con il ritrovamento ed il ritiro di alcune armi, regolarmente detenute, dal papà e dal nonno del militare.

Armi datate ma non riconducibili, a quanto pare al grande conflitto, come la pistola rinvenuta nel laghetto del parco del Valentino risultata, dopo i rilievi effettuati dai Ris di Parma, compatibile con quella del duplice omicidio. «La perquisizione effettuata oggi era un atto dovuto a completamento di una indagine che sta andando avanti da giorni. Siamo tranquilli» è il commento di Rosario Scognamiglio uno dei legali che questa mattina, dopo il sopralluogo dei militari, che hanno operato col supporto dell'unità cinofila, si è recato in caserma a Somma Vesuviana insieme con lo stesso Ruotolo, accompagnato dal fratello.

Pantaloni verdi, maglietta nera, camicia bordeaux, scortato da un militare e dal fratello, appena fuori dalla caserma si è infilato in auto senza rilasciare dichiarazioni. Poche parole e poi null'altro. I difensori partenopei infatti, hanno scelto più tardi di non rilasciare ulteriori dichiarazioni, come ha precisato l’avvocato Giuseppe Esposito raggiunto al telefono, alzando un muro di silenzio. Stessa strategia scelta dai familiari del 26enne che sperano solo che tutto finisca il prima possibile.

Unico sfogo, ancora una volta lo raccoglie il social. Su Facebook Giovanni, fratello del caporal maggiore, scrive «Nella vita non conta cosa pensano o scrivono gli sconosciuti di te. Nella vita l'importante è quello che pensano le persone che ti conoscono e la loro presenza in ogni momento, da un semplice messaggio, una telefonata, uno stato o un commento, fino alla costante presenza fisica. Grazie a tutti quelli che ci sono vicini».

Sì, perché ora quello che si respira per le strade di Somma Vesuviana, oltre allo sgomento per una vicenda inquietante, è la vicinanza di conoscenti ed amici di sempre, fermamente convinti che Giosuè Ruotolo sia estraneo ai fatti. E lo dimostrano anche con piccoli gesti, come alcune maglie bianche su cui si compone la scritta «Ruotoli noi siamo con voi». «Lo conosciamo da ragazzino - le parole di una vicina di casa. Un ragazzo buono, tranquillo. Non può essere coinvolto in una vicenda del genere».

Intanto già nei prossimi giorni Giosuè Ruotolo potrebbe partire alla volta di Pordenone per sottoporsi martedì all’interrogatorio convocato dai sostituti procuratori Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro. E nei prossimi giorni potrebbero emergere anche ulteriori dettagli dall'esito dei rilievi effettuati sul materiale già sequestrato ed a disposizione degli inquirenti. I pc sequestrati a Somma Vesuviana, quelli portati via dalla casa di Pordenone insieme a quattro cellulari, un tablet, due hard disk, chiavette usb e abiti. Sotto sequestro anche i vestiti del sospettato e la sua auto esaminata fino a notte fonda dai Ris.

Gli investigatori cercano tracce ematiche, perché il killer, avendo sparato da distanza ravvicinata, potrebbe essersi sporcato di sangue. Ma al momento, sugli esiti degli accertamenti si mantiene il più stretto riserbo.