Napoli, il coraggio della ragazza violentata: «E' lui, arrestatelo»

Napoli, il coraggio della ragazza violentata: «E' lui, arrestatelo»
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 17 Novembre 2014, 08:51 - Ultimo agg. 14:04
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Ha avuto la forza di reagire, non è rimasta inerme, ha superato il senso (inevitabile) di impotenza che ti coglie quando subisci una violenza.



Lei, vittima ed eroina dell’ultimo fattaccio di cronaca cittadina, ha avuto il coraggio di andare oltre. Ha chiamato la polizia, ha mantenuto la calma, ha raccolto nella memoria tutti i particolari possibili e li ha elencati.



Uno per uno, senza perdersi d’animo. E lo ha fatto in modo tempestivo, quasi dicendo a se stessa, che in questi casi il tempo gioca un ruolo decisivo, almeno quanto il coraggio di denunciare.



È così che nella notte tra sabato e domenica è scattata la caccia all’uomo, che ha dato i suoi frutti, con l’arresto di R.R., 36 anni, un soggetto senza lavoro ma a disposizione comunque di fissa dimora.

È accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 26 anni, una studentessa universitaria che abita nel centro storico già da qualche tempo. È accaduto intorno alle 22 di sabato, nei pressi di via Marchese Campodisola, una strada che collega la zona della Marina con piazza Borsa. Brutta la scena descritta dalla vittima, a leggere il verbale di denuncia: «Stavo entrando nel portone di un palazzo, quando sono stata spinta da un uomo alle spalle. Ho avuto paura - ha spiegato agli inquirenti -, ma ho creduto di essere vittima di una rapina, ho urlato che non avevo soldi, che potevo cedere solo il telefonino cellulare, uno smartphone, ma è stato inutile. Ho capito che le sue intenzioni erano altre».

Una denuncia tutta di un fiato, decisiva nel probabile processo per violenza sessuale contro lo stupratore. Che è stato riconosciuto e arrestato pochi minuti dopo l’aggressione, nei pressi di piazza Garibaldi, grazie ai particolari forniti sulle sembianze fisiche e sull’abbigliamento del 36enne.



Elementi decisivi a sostenere la richiesta di arresto in carcere. Ma chi è l’aggressore? Qual è il suo profilo? Abita nelle vicinanze, non lontano dal luogo dove ha consumato la violenza. Vive da solo, non è sposato, svolge lavori occasionali. Sabato notte, dopo l’aggressione, non si è cambiato d’abito, non ha fatto in tempo a farsi inghiottire dalla movida del centro cittadino.

Non ha precedenti penali, possibile che avesse preso di mira da qualche tempo la malcapitata studentessa, che ne avesse studiato le mosse e le abitudini.



Da ieri mattina è in un padiglione riservato di Poggioreale, al termine delle indagini condotte dagli uomini dell’Upg guidati dal primo dirigente Michele Spina e dagli agenti del commissariato Decumani. Dopo l’arresto, è stato anche riconosciuto dalla stessa parte offesa, nel corso di una individuazione di persona ritenuta solida e a colpo sicuro. Lei - vittima ed eroina - non ha avuto esitazioni. Ha puntato l’indice, lo ha riconosciuto.

Brutta la dinamica dell’aggressione, secondo la testimonianza della studentessa: l’uomo ha costretto la ragazza a rimanere immobile, per poi toccarla all’altezza del seno e del viso; tutto ciò mentre il 36enne si è masturbato, tanto che alcune tracce organiche sono state refertate sulla borsa della ragazza.



Minuti interminabili, in balìa del suo aggressore, come ha spiegato la giovane donna agli inquirenti. «È accaduto in un palazzo chiuso e poco illuminato, non ho avuto la possibilità neppure di urlare e di chiedere aiuto. Quando ho ritrovato la libertà di movimento, ho deciso di denunciare». Rabbia e sconforto, ma anche tanta voglia di giustizia. È così che la ragazza è andata fino in fondo, rivolgendosi alle forze di polizia. All’arrivo della volante, la studentessa è apparsa visibilmente choccata, ma comunque in pieno possesso della propria lucidità. «Non volevo che rimanesse libero, non volevo che altre ragazze subissero la stessa esperienza che mi è toccato vivere», ha fatto capire alle forze dell’ordine.



Ora l’attenzione si concentra sul destino processuale di R.R., sulla sua permanenza in carcere, ma anche sul suo passato.
Non risulta avere precedenti segnalazioni in materia di violenza sessuale o di delitti consumati contro le fasce deboli, ma è logico pensare che ci siano accertamenti sulla sua condotta, dentro e fuori quel che resta del suo ambito familiare.