Mega truffa all'Inps e permessi di soggiorno clandestini: 13 misure cautelari nel Napoletano

Mega truffa all'Inps e permessi di soggiorno clandestini: 13 misure cautelari nel Napoletano
di Francesco Gravetti
Martedì 3 Marzo 2015, 11:05 - Ultimo agg. 13:07
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C’è anche un consigliere comunale di Terzigno tra i destinatari delle misure cautelari eseguite dalla guardia di finanza di Ottaviano nell’ambito di un’indagine che ha smascherato una truffa finalizzata a far ottenere a lavoratori italiani indennità dall'Inps e ai lavoratori stranieri il permesso di soggiorno.



Si tratta di Arcangelo Manzo, commercialista 48enne, eletto nel 2010 nelle fila del Popolo delle Libertà, oggi in Forza Italia. Manzo è ai domiciliari assieme ad altre 6 persone ( per altri 6, invece, è scattato l’obbligo di firma): sono di Terzigno, San Giuseppe Vesuviano e Poggiomarino e ci sono anche due stranieri, un cinese ed un bengalese. Ditte fantasma, create appositamente dagli indagati per instaurare i rapporti di lavoro, formalizzavano assunzioni e licenziamenti per fare in modo che i dipendenti ottenessero le indennità di disoccupazione o di maternità. Si tratta, però, di aziende mai esistite, così come fittizi erano i rapporti di lavoro. Secondo la finanza, inoltre, sono stati rilasciati, illecitamente, circa 500 permessi di soggiorno ad altrettanti clandestini, ciascuno dei quali ha pagato circa 10mila euro tra compensi spettanti ai consulenti e agli intermediari, e contributi previdenziali e assistenziali, il cui pagamento per legge sarebbe spettato ai datori di lavoro.



Il gip del Tribunale di Nola ha disposto nei confronti degli indagati un sequestro beni per equivalente, pari a oltre 650mila euro.
Primario, viene definito dagli inquirenti della Procura della Repubblica di Nola, il ruolo ricoperto dai consulenti del lavoro: erano loro, infatti, a creare le imprese fantasma e a gestire i rapporti di lavoro fittizi, insieme alle loro collaboratrici. Altre persone, sempre legate agli studi professionali, facevano da intermediari tra i professionisti e i clienti. Tra questi figurano anche alcuni stranieri che curavano i contatti con intere comunità di bengalesi e cinesi bisognosi di regolare la loro posizione in Italia.


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