Le lettere a Moccia, il re della pasta: non parlare con la polizia

Le lettere a Moccia, il re della pasta: non parlare con la polizia
di Mary Liguori
Martedì 1 Dicembre 2015, 09:20
1 Minuto di Lettura
GRAGNANO - Le lettere minatorie ricevute dalla famiglia Moccia, di cui ha parlato nei giorni scorsi Susanna, presidente del gruppo giovani degli Industriali della provincia di Napoli e sorella di Ciro, vittima venerdì di un agguato, saranno a breve acquisite dalla polizia. Nel 2011 quelle missive furono consegnate alla stazione dei carabinieri di Gragnano. A quattro anni di distanza e alla luce del gravissimo episodio di venerdì, il loro contenuto torna ad essere interessante per gli investigatori: nei messaggi anonimi c’erano riferimenti ai posti di lavoro e un monito ai Moccia a «non parlare troppo» con le forze dell’ordine. Una frase dal significato chiaro, perché nel 1996 il padre di Ciro Moccia aveva denunciato e fatto arrestare un criminale locale dopo aver subito un raid contro il pastificio.

Ma non è questa l’unica pista battuta dalla polizia. Tra le ipotesi - oltre quella del passato remoto e recente della vittima e della sua famiglia, che non hanno mai esitato a collaborare con le forze dell’ordine - ci sono un aumento improvviso della rata del pizzo di Natale o un’assunzione negata. Sono questi i confini dello scenario nel quale si muove la procura di Torre Annunziata (diretta da Sandro Pennasilico e dall’aggiunto Pierpaolo Filippelli) per le indagini sull’agguato ai danni di Ciro Moccia, imprenditore della pasta di Gragnano, titolare anche di una catena di supermercati sia nell’area stabiese che a Capri, ferito a colpi di pistola fuori casa sua a Castellammare.



© RIPRODUZIONE RISERVATA