Bondi beccato a leggere un documento in aula: il giudice lo ammonisce poi fa marcia indietro

Bondi beccato a leggere un documento in aula: il giudice lo ammonisce poi fa marcia indietro
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 12 Novembre 2014, 13:17 - Ultimo agg. 13:27
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Pizzicato dal giudice a leggere un verbale che non poteva essere in suo possesso. Arrossisce Sandro Bondi, leader e tra i fondatori di Forza italia e del Pdl, sentito come teste nel corso del processo sulla presunta compravendita dei senatori per far cadere il governo Prodi.

Aula 117 del tribunale di napoli, Bondi risponde alle domande del pm Vincenzo Piscitelli, in aula assieme al collega Sandro Milita, quando il giudice a latere nicola russo lo interrompe. E gli chiede di mostrare gli appunti che ha in mano.



Dalle carte spunta un verbale della testimonianza resa da Bondi il 24 ottobre del 2011. Un verbale che il teste non potrebbe avere, ma che potrebbe essere formalmente solo a disposizione delle parti, vale a dire agli imputati Silvio Berlusconi (difeso dai penalisti Cerabona e Ghidini) e da Valter Lavitola (difeso dall'avvocato Marianna Febbraio).



Momenti di imbarazzo, il giudice Corleto acquisisce il verbale e ammonisce: questo documento non potrebbe essere nella sua disponibilità, come lo ha avuto? Silenzio, poi la risposta: non ricordo, spiega.





Nel corso del prosieguo del dibattimento, però, è lo stesso giudice Serena Corleto a chiarire ai pm che il partito di Forza Italia, in aula come responsabile civile, poteva avere la disponibilità del verbale. Rappresentato dal penalista bruno Larosa, Forza Italia è infatti costituita a dibattimento.